È stata fissata per il 4 marzo del prossimo anno la prima udienza del processo civile sul caso di Tommaso Pimpinelli, il ragazzo disabile discriminato in un hotel del Trentino mentre era in vacanza con la sua famiglia. I fatti risalgono allo scorso marzo. Il giovane - affetto dalla sindrome di Norrie - era seduto in compagnia della mamma e del papà nella sala da pranzo dell'albergo in cui soggiornavano, quando era stato "accusato" di aver disturbato gli altri clienti della struttura con i suoi "schiamazzi" e spinto a spostarsi in un'altra stanza. Un episodio gravissimo, di cui, negli scorsi giorni, si è parlato anche alla Camera.
Tommaso Pimpinelli ha 24 anni, è originario di Roma e soffre della sindrome di Norrie, un difetto raro che investe lo sviluppo dell'embrione, provocando disabilità intellettive e cecità. Lo scorso marzo è diventato tristemente famoso per essersi ritrovato al centro di un episodio di discriminazione mentre era in vacanza con la famiglia, in Trentino. Secondo quanto emerso dalla denuncia dei genitori che, sconvolti dall'accaduto, avevano deciso di renderlo pubblico, tutto sarebbe iniziato quando la titolare dell'albergo in cui soggiornavano, l'hotel Colbricon di San Martino di Castrozza, aveva chiesto loro di spostarsi per i pasti in una sala privata, con i vetri oscurati, in modo da non disturbare gli altri clienti della struttura che, il giorno precedente, si erano lamentati degli "schiamazzi" del giovane.
Una richiesta che li aveva lasciati senza parole, spingendoli a lasciare l'hotel il giorno stesso, tornando a Roma. Poco dopo, la mamma del ragazzo, Cecilia Bonaccorsi, presidente dell'associazione "Con i miei occhi", nata proprio con l'intento di tutelare i diritti delle persone con disabilità, aveva parlato dell'accaduto sui social. Ne era seguita una mail di scuse da parte della struttura. Mail che però non è bastata. La famiglia ha infatti deciso di chiedere un risarcimento simbolico all'hotel per lanciare un messaggio e fare in modo che vicende del genere non si verifichino più.
ha dichiarato la donna, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera.
ha aggiunto il legale che assiste la famiglia, l'avvocato Mauro De Santis.
Ad interessarsi del caso era stata anche la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, che, negli scorsi giorni, è tornata sulla questione alla Camera, rispondendo a un'interrogazione in aula.
Questo per evitare che qualcuno possa essere discriminato, come Tommaso, per motivi di cui non ha colpa e che, in generale, non dovrebbero prevedere l'esclusione. Si tratta di passi in avanti necessari - ma evidentemente non scontati -, che ognuno dovrebbe fare propri, dice, quando si rapporta con gli altri nella vita di tutti i giorni.