È caos in Nigeria, dove si inaspriscono gli scontri tra agricoltori e pastori, finendo in diversi casi nel sangue: 13 persone sono morte nell'area centrale del Paese africano. Lo hanno dichiarato i leader delle comunità e le autorità locali intervenendo ieri, domenica 18 giugno, all'Agence France-Presse.
Si tratta del culmine dell'aggravamento delle violenze tra le comunità, le cui dispute riguardano l'accesso alla terra e alle risorse. Una situazione appesantita nelle ultime settimane. Un rappresentante locale dei pastori Fulani ha dichiarato all'agenzia francese che cinque pastori sono stati uccisi mentre portavano il bestiame al mercato. Il fatto sarebbe avvenuto lo scorso venerdì 16 giugno. Ad agire sarebbe stata proprio la comunità Berom, della quale fanno parte gli agricoltori.
Tale episodio avrebbe scatenato un vero e proprio atto di vendetta da parte dei pastori Fulani. Otto agricoltori Berom sono stati uccisi nella stessa area, e i sospetti ricadono proprio sui pastori. A confermare il vicendevole attacco e il bilancio delle vittime ci ha pensato il portavoce della polizia locale Alfred Alagbo.
Lo sfruttamento della terra e dell'acqua è alla base dei dissidi tra le comunità di agricoltori e pastori nigeriani. Ormai le regioni nord-occidentali e quelle centrali del Paese sono continuamente segnate da violenze mortali. Una questione ulteriormente esasperata da fattori quali la pressione demografica e i cambiamenti climatici.
Le rappresaglie tra le due classi non hanno fatto altro che favorire la criminalità in generale. Le bande prendono di mira i villaggi con incursioni, uccidendo residenti, saccheggiando tutto il possibile e prendendo ostaggi a scopo di riscatto. Una situazione ormai tragica, confermata dai numeri forniti dalle autorità dello Stato di Plateau: solo nell'ultimo mese sono più di 120 i morti e oltre 3.000 le persone sfollate per colpa dell'emergenza.
Il portavoce della polizia ha ammesso che le autorità locali hanno dispiegato agenti in diversi distretti dello Stato di Plateau per "riportare la pace". Una brutta gatta da pelare per il nuovo presidente nigeriano Bola Tinubu. Dopo aver prestato giuramento alla fine di maggio, il leader è chiamato a porre fine agli episodi di violenza. Quella della sicurezza, secondo le promesse fatte, sarebbe "la sua priorità assoluta".