Parolacce e battute sessiste: l’intervento di Vittorio Sgarbi al Maxxi di Roma finisce al centro delle polemiche. «Il c***o è un organo di conoscenza, cioè di penetrazione, serve a capire», dice il sottosegretario alla Cultura dopo aver raccontato di «una valanga» di donne avute nella vita.
L’intervento di Sgarbi alla serata inaugurale dell’Estate al Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, è al centro della bufera mediatica e politica. Il turpiloquio è quello andato in scesa mercoledì 21 giugno tra il sottosegretario alla Cultura e il cantautore Morgan, invitati dal direttore Alessandro Giuli. A fare emergere il fatto una lettera dei dipendenti del Maxxi indirizzata proprio a Giuli.
Il confronto tra Morgan e Sgarbi è andato oltre quelle che erano le aspettative quando il sottosegretario ha iniziato a parlare della sua vita sessuale, stuzzicato dalle domande di Morgan. Non sono mancati i soliti intercalari («Ma chi c*** sei, cogl****, testa di c***) ormai ricorrenti nel linguaggio del politico.
Indignazione e polemiche per la serata inaugurale dell'Estate al Maxxi, in cui il sottosegretario alla Cultura Vittorio #Sgarbi ha sconfinato nella volgarità, fra espressioni sessiste ed elogi del membro maschile. Rivolta dei dipendenti: "Va tutelata la dignità del museo" pic.twitter.com/Adek1GJEtD
— Ultimora.net - POLITICS (@ultimora_pol) July 1, 2023
Ma questo non è bastato a placare l’indignazione delle opposizioni. Il Pd chiede che il ministro della Cultura Sangiuliano riferisca in Aula in merito alle frasi di Sgarbi al Maxxi.
I parlamentari M5s nelle commissioni Cultura di Camera e Senato hanno definito irricevibile lo show laido di Sgarbi al Maxxi.
"Che vergogna. Altro che cultura di destra. Peccato, pensavo Giuli fosse una persona educata, scrive Calenda (Azione). Insulti, machismo e violenza verbale al Maxxi. Inaccettabile, Sgarbi si dimetta" afferma Bonelli (Verdi).
Dopo che le frasi di Sgarbi al Maxxi hanno scatenato sui media e sul web uno tsunami di critiche, i lavoratori del museo hanno espresso solidarietà nei confronti del direttore Giuli per la strumentalizzazione mediatica e politica in cui si è trovato coinvolto. I dipendenti chiariscono che la missiva riservata e personale voleva semplicemente esprime una riflessione collettiva.