I funerali di Michelle Causo, la ragazza uccisa a Primavalle, hanno visto nell'omelia di monsignor Baldo Reina un momento di raccoglimento ma anche di analisi della crisi di valori della nostra società, all'origine di simili tragedie.
Fiori, lacrime, abbracci e sguardi persi nel vuoto.
L'arrivo della bara contenente il corpo di Michelle Causo, accompagnato dagli applausi, dà il via ai funerali della giovane, celebrati oggi, 5 luglio, nella chiesa di Santa Maria della Presentazione in via di Torrevecchia, a Roma.
Al tipico corollario che si accompagna a una perdita dolorosa, si aggiunge però qualcos'altro. Una frustrazione che sconfina nella rabbia, per una vita stroncata decisamente troppo presto, con una violenza dalle ragioni ancora ignote e sicuramente insufficienti a giustificarne la barbarie.
Questi dubbi laceranti, e l'amarezza che producono, sono presenti anche nella dura, durissima omelia pronunciata da monsignor Baldo Reina. Il vescovo ausiliare della diocesi di Roma vede nella morte di Michelle il simbolo del degrado di una società in crisi, di cui sono i giovani i primi a fare le spese.
Di fronte al "corpo straziato di Michelle, che porta i segni del male che l'ha uccisa", per il vescovo c'è spazio solo per una domanda: "Perché?"
Le parole di monsignor Reina sollevano riflessioni e punti interrogativi per sua stessa ammissione gravi e "pesanti", verso una "società che impone solo una corsa insensata", lasciando dietro di sé chi non sta al passo.
Non manca, tuttavia, lo spazio per uno spiraglio di speranza e, forse, di salvezza. Il vescovo invita i presenti a considerare la bara di Michelle un punto da cui ripartire per "cambiare questo mondo", affidandolo ai coetanei della ragazza uccisa, da accompagnare e custodire nella loro crescita. A patto, però, di "metterci tutti in discussione".
Ti potrebbe interessare: Michelle uccisa a Primavalle, l’appello dei genitori e i punti ancora da chiarire sull’omicidio