Il Cardinale Matteo Zuppi è intervenuto per la sua relazione introduttiva al convegno dedicato a 'Il Codice di Camaldoli', toccando vari temi, dalla politica al ruolo in essa dei cristiani fino alla guerra in Ucraina e allo sforzo per la pace.
Un intervento esplicitamente politico, quello tenuto oggi, 21 luglio, dal Cardinale Matteo Zuppi in un convegno a Camaldoli.
Non poteva essere altrimenti, dal momento che 'Il Codice di Camaldoli' al centro del convegno sopra citato e redatto nel giugno del 1943 da un gruppo di intellettuali cattolici, è stato un documento fondamentale per definire l'ossatura valoriale, politica e sociale di quella che sarebbe diventata la Democrazia Cristiana.
E Zuppi, braccio destro di Papa Francesco, non si è tirato indietro, con passaggi anche molto duri all'interno della sua relazione introduttiva. In primo luogo, contro la politica di oggi, accusata dal monsignore di essere ignorante e priva di una visione che possa aiutare a risolvere i problemi.
In questo spazio lasciato colpevolmente vuoto e aperto, che rende sempre più fragile la democrazia, Zuppi invita ad una maggiore partecipazione da parte dei cristiani nella 'cosa pubblica', anche se non soprattutto a livello europeo. Un impegno che, per il cardinale, rappresenterebbe anche "un antidoto alle tossine che inquinano la democrazia".
Le parole del monsignore sembrano contenere l'auspicio per la costituzione di un partito che si richiami ai valori della Democrazia Cristiana, ipotesi avvalorata, inevitabilmente, dalla cornice all'interno della quale sono state pronunciate.
Non poteva, poi, mancare un riferimento alla guerra. Guerra che faceva da sfondo alla stesura del 'Codice di Camaldoli', nel '43, e guerra che angoscia il presente, con il conflitto in Ucraina, che ha visto la Chiesa di Roma in prima linea per la pace fin dal suo inizio.
Pace per la quale il Cardinal Zuppi si è speso in prima persona proprio nelle ultime settimane, con le sue missioni prima a Kiev, dal presidente Volodymyr Zelensky, e poi a Mosca, e che torna prepotente nelle sue parole.
Di fronte alla consapevolezza che "la pace non è mai un bene perpetuo neanche in Europa", Zuppi invita a ricordare il 'realismo della speranza' che caratterizza le azioni di Papa Francesco.
Ancora, nel riferimento agli "organismi" per mantenere la pace, sembra impossibile non scorgere i contorni di un movimento politico, di ispirazione cristiana, dotato degli attributi richiamati dal monsignore.
Un'ultima parola anche sui migranti, da sempre al centro dei pensieri di Bergoglio. Fenomeno migratorio che Zuppi collega a quello del calo demografico, evidenziando come l'accoglienza sia un presupposto della natalità in Italia.