Migranti respinti in Libia e messi in prigione, tra loro ci sono anche 9 bambini: questo è l'allarme lanciato nella notte tra ieri, mercoledì 9 agosto 2023 e oggi, giovedì 10, dalla ong Alarm Phone sui proprio i canali social. Secondo quanto riportato da quest'ultima, l'imbarcazione con a bordo diverse persone si sarebbe persa durante una tempesta. Cerchiamo a questo punto di avere un quadro più chiaro della situazione e capire bene che cosa è successo e come mai.
A denunciare il fatto che 24 migranti siano stati respinti in Libia e poi imprigionati è, come abbiamo appena anticipato, Alarm Phone, associazione non governativa composta da volontari provenienti da diverse parti d'Europa, i quali, da anni, sono occupati nell'aiuto e nel monitoraggio di ciò che accade in mezzo al mare.
Sui propri i canali social, tra ieri e oggi, essi hanno pubblicato un post in cui affermano che un barchino che aveva a bordo più di 20 migranti che si trovava in zona Sar (search and rescue, ndr) maltese sarebbe stato respinto in Libia. I volontari hanno spiegato che l'imbarcazione si sarebbe persa nel corso di una tempesta e che sarebbe stata successivamente scoperta da una nave mercantile. Ed è questo punto che sarebbe sorto un grande problema.
Secondo quanto riferito da Alarm Phone, sia Malta, sia l'Italia sia la Grecia si sarebbero rifiutati di assegnare a questi migranti un porto sicuro. Dunque, stando a quanto si apprende, i tre Paesi avrebbero ordinato alla nave mercantile di riportare i 24 soggetti in Libia.
Ecco dunque la denuncia della ong pubblicata in un post sui social:
Ma non è finita qui. L’organizzazione non governativa che opera nel Mar Mediterraneo ha sostenuto anche che tra questi 24 migranti ci sembrano essere 9 bambini piccoli.
I volontari di Alarm Phone hanno proseguito spiegando che i migranti, al momento, si trovano in prigione. Al loro rientro in Libia sarebbero stati divisi in due gruppi e separati in due centri diversi. Un ulteriore problema è dato dal fatto che alcuni di essi sarebbero malati e tra questi ci sarebbero appunto anche dei bambini.
Il post della ong pubblicato su Twitter, nella notte tra ieri e oggi, continua così, con queste allarmanti parole:
I volontari dunque hanno concluso il loro annuncio chiedendo in via ufficiale alle autorità competenti di rilasciare subito questi migranti e di non tenerli imprigionati. Alcuni infatti hanno paura di essere deportati in paesi come Siria ed Egitto.
Ancora una volta dunque in Italia (e non solo) si torna a parlare di vite umane appese ad un filo. Secondo quanto si apprende il barchino con a bordo 24 migranti (di cui 9 sembrano essere dei bimbi), si sarebbe perso in mare, sarebbe stato intercettato da una nave mercantile che però poi lo avrebbe riportato indietro in Libia.
Ciò sarebbe avvenuto perché i tre Paesi che avrebbero dovuto fornire a tali migranti un porto sicuro – Italia, Malta e Grecia – si sarebbero rifiutati di accoglierlo. Questo è quanto denunciato dalla organizzazione non governativa Alarm Phone. Sempre i volontari hanno chiesto alle autorità di rilasciare immediatamente questi migranti che al momento si troverebbero imprigionati, sempre in Libia. La speranza è che nelle prossime ore si smuova qualcosa per questi soggetti.
La notizia è stata rilasciata dalla ong a poche ore dalla tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia. Ieri, mercoledì 9 agosto 2023, abbiamo saputo che un barchino salpato da Sfax in Tunisia si era ribaltato ed era affondato mentre navigava. A perdere la vita sono stati 41 migranti. Se ne sono salvati solamente 4. Essi erano rimasti per svariati giorni in balia delle onde. I pochissimi che sono riusciti a sopravvivere hanno raccontato di aver visto i loro compagni di viaggio morire.