Sette anni fa l'Italia si svegliò facendo i conti con la devastazione provocata dal terremoto di Amatrice. Il terremoto del 24 agosto 2016 fu però solo il primo di quella «sequenza sismica» che sconvolse il centro Italia: il sisma di cui oggi ricorre l'anniversario fu infatti seguito da quello del 26 ottobre 2016 e, quattro giorni dopo, da quello del 30 ottobre. Un ultima violenta scossa infine, arrivò il 18 gennaio 2017.
L'insieme degli eventi provocò, in totale, la morte di più di 300 persone, il ferimento di quasi 400 individui e oltre 41mila sfollati. I danni complessivi ammontarono a oltre 28 miliardi di euro determinando una delle più gravi tragedie della storia contemporanea dell'Italia.
L’anniversario del terremoto di Amatrice e del Centro Italia è dunque l’occasione, per la politica, di fare un bilancio sugli esiti del processo di ricostruzione.
Come ammesso dalla stessa premier Meloni, l’incompiuta piena ricostruzione dei borghi e delle città devastate dal sisma è «una ferita che fa ancora male». Ancora oggi, infatti, nelle aree colpite 14mila persone vivono fuori dalle loro case e faticano a tornare a una piena normalità.
Nonostante i ritardi, tuttavia, negli ultimi tre anni alcuni importanti passi in avanti sono stati compiuti. Come affermato dall'Anci Abruzzo, infatti,
Ed è proprio sulla necessità di accelerare e portare a conclusione il processo di ricostruzione che torna anche Stefano Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa Popolare. Secondo il sindaco di Terni, infatti, i cittadini colpiti dal sisma « meritano di poter rientrare nelle loro case, di riottenere i loro servizi e ricominciare, pienamente, la loro vita nel loro territorio».
Dedicando un commosso pensiero alle vittime e alle loro famiglie, Bandecchi sottolinea come la miglior forma di ricordo sia però l’impegno. L'obiettivo della classe politica, infatti, deve essere evitare che simili tragedie possano accadere. Anche perché, come sottolinea Bandecchi, il lavoro da fare per la messa in sicurezza del territorio italiano è ancora molto: «troppe strutture da ammodernare, infrastrutture vecchie e non controllate, migliaia di interventi da realizzare».
Richiamando alla responsabilità di una politica lungimirante – che guardi non solo all’oggi, ma soprattutto al domani - il sindaco di Terni sottolinea come gli interventi di messa in sicurezza del territorio debbano essere la priorità assoluta per il nostro Paese, affinché si possa davvero lavorare per il futuro ed evitare il replicarsi di simili tragedie.