È morta dopo essere stata travolta da un albero nella cala delle Piscine di Venere, in Sardegna: chi era Marina Masia, aspirante medico di 28 anni. Al momento dei fatti si trovava insieme alla mamma e al fratello, che hanno poi dato l'allarme.
Si trovava a bordo di un gommone preso a noleggio insieme alla mamma e al fratello quando è stata travolta da un albero caduto dal costone della cala delle Piscine di Venere, Marina Masia, la 28enne originaria di Nuoro morta schiacciata ieri in Sardegna. Sognava di diventare un medico e nel suo ultimo post, su Instagram, aveva scritto: "Back home, sono tornata a casa".
A casa è spirata, tra le braccia dei soccorritori intervenuti, davanti alla costa di Baunei, una zona in teoria off limits, delimitata proprio per rischio frane da boe e cartelli, ma spesso frequentata da autoctoni e turisti per la rara bellezza. A dare l'allarme, chiamando i soccorsi, era stato il fratello. Quando i sanitari del 118 erano arrivati, Marina versava già in condizioni critiche. Ora in tanti la ricordano, mostrando vicinanza e solidarietà alla sua famiglia per la tragedia che l'ha coinvolta. Tragedia su cui la Procura locale si appresta ad aprire un fascicolo di inchiesta, per accertare eventuali responsabilità.
si legge in uno dei tanti post dedicati alla giovane, che viene ricordata per la sua bontà e la sua dedizione allo studio. La sua morte ha lasciato tutti attoniti, non da ultimo le numerose persone che, come lei, negli scorsi giorni avevano raggiunto le acque della piccola cala alla ricerca di un po' di relax. "Poteva capitare a chiunque di noi", scrive qualcuno.
riflette qualcun'altro. Il suo caso ricorda quello dei due italiani rimasti gravemente feriti dopo essere stati investiti da un'auto sulle strisce pedonali a New York. Si trovavano in viaggio di nozze e sarebbero dovuti tornare in Italia qualche giorno dopo l'incidente. Gli ultimi istanti di una luna di miele sognata e rimandata per anni, a causa della pandemia, avevano rischiato di trasformarsi in una tragedia. Dopo essere stati sottoposti a diverse operazioni, sarebbero ora fuori pericolo. Ma difficilmente potranno dimenticare ciò che hanno vissuto oltreoceano.
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