31 Oct, 2023 - 16:11

Unwanted ostaggi del mare, Marco Bocci: "Come il protagonista Arrigo cerco di fare la scelta giusta senza farmi condizionare"

Unwanted ostaggi del mare, Marco Bocci: "Come il protagonista Arrigo cerco di fare la scelta giusta senza farmi condizionare"

In una nave da crociera dove il divertimento, il lusso e il relax sono delle costanti, due mondi completamente diversi si troveranno a convivere e a condividere gli stessi spazi: da un lato i passeggeri in vacanze e i dipendenti, dall'altro un gruppo di migranti messo in salvo da chi non avrebbe mai pensato di compiere un gesto di tale portata e che, invece, si ritrova a fare i conti e a rivalutare il concetto di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

"Unwanted- Ostaggi del mare", in uscita su Sky dal 3 novembre, è questo e molto altro. La serie, divisa in otto episodi, è stata prodotta da Sky Studios, Pantaleon Films e Indiana Production. Prende ispirazione da Bilal, il libro del giornalista Fabrizio Gatti sul suo viaggio sotto copertura fra i migranti sulle rotte fra Africa ed Europa. Tra i protagonisti principali della serie ritroviamo Marco Bocci nel ruolo di Arrigo, comandante della nave, un uomo di quasi 40 anni, soltanto apparentemente sicuro di sé. In realtà, nel corso della storia, emergeranno dei lati del suo carattere rimasti per molto tempo nascosti.

Unwanted Ostaggi del mare, intervista esclusiva a Marco Bocci

In occasione della conferenza stampa del 30 ottobre 2023 presso il Cinema Barberini a Roma, Tag24 ha fatto qualche domanda all'attore per scoprire maggiori dettagli sul progetto.

Marco lei ha interpretato Arrigo, si è ritrovato per alcuni aspetti nel personaggio?

Sai, mi sono ritrovato in Arrigo perché è scritto e racconta nelle dinamiche che rappresentano un po' tante persone. Ci sono quelle del dubbio, perplessità, la cosa giusta da fare, il senso del dovere, nello specifico di Arrigo la compagnia per la quale lavoro e che rappresento, quindi ci sono decisioni che non posso prendere per me perché non comprendono solo me ma comprendono anche le istituzioni e le persone che mi danno questa responsabilità. E' chiaro che quindi raccontare i dubbi e la perplessità di fronte ad un tema così è molto facile immedesimarsi ed avere le stesse perplessità.

Sempre Arrigo, infatti, deve capire se fare il proprio dovere o fare la scelta giusta. Nella sua vita professionale ma anche privata lei ha fatto mai la scelta giusta come Arrigo?

Il conflitto nasce quasi quotidianamente con i propri bambini, il lavoro. Magari ci sono tante cose che si possono concedere oppure si potrebbero non concedere, però, per insegnamento cerchiamo di non concederle quando in realtà si tratta di sciocchezze. E' chiaro che siamo contaminati da ogni cosa e più si va avanti e fare le scelte giusto diventa sempre più complicato. Per anni io mi sono lasciato viziare da tante cose, contaminare nel modo di vivere e di pensare. Adesso sono arrivato a un punto in cui non me ne frega più niente, cerco di andare nella direzione in cui voglio io. Se va bene, bene, altrimenti sono comunque andato nella direzione in cui volevo.

Nel personaggio femminile di Edith ha ritrovato un po' il carattere di sua moglie?

No anche perché il carattere che viviamo di Edith è un carattere che viene fuori attorno ad una situazione lavorativa e ad un problema nello specifico e riportare una cosa del genere nella vita è fantascienza.

Lei è anche un regista, come si è trovato a lavorare con uno sceneggiatore e con un regista di un certo calibro come Stefano Bises e Oliver Hirschbiegel? Come ha vissuto questo progetto da attore sapendo, però, lavorare anche nel mondo della regia?

Io credo che quando fai l'attore tu fai l'attore e basta e credo che un attore si debba mettere totalmente nella mani di un regista. Qui avevamo un regista con un curriculum imbarazzante, candidato agli Oscar e sicuramente ti senti protetto, tutelato e con maggiore entusiasmo ti metti totalmente nelle sue mani. Di fronte ad un progetto internazionale così grande come Stefano Bises, che conosco da anni ed è un grandissimo scrittore, tratto da un romanzo di Fabrizio Gatti, che è un grandissimo giornalista, ti ci butti con tutto te stesso e con grandissimo entusiasmo.

Il personaggio di Tareq, interpretato da Dada Bozela

Tareq è invece un personaggio che ha un certo atteggiamento all'inizio nei confronti delle persone che sono sulla nave, ci sarà una crescita del personaggio?

Assolutamente sì, crescerà come fanno per altro anche gli altri personaggi. In particolare, lui ha un messaggio speciale all'interno della serie, quindi, ci sarà una crescita e un'evoluzione che si vedrà.

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Beatrice Manocchio
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