Come sappiamo, la fuga di Filippo Turetta si è chiusa oggi, 19 novembre, in Germania, in una località nei pressi di Lipsia. Lì, il giovane accusato dell'uccisione della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin si è fermato per l'ultima volta con la sua Fiat Punto nera, la vettura diventata in queste ore tristemente nota e inseguita da tutti. Auto della fuga e della morte, che ha toccato diverse tappe nell'ultima settimana.
A ripercorrerle si ricostruisce tutta la vicenda, durata appunto poco più di una settimana. Esattamente dalla sera di sabato 11 novembre, la notte più buia nella vita di Filippo. In un video, tutta la rabbia, la sua frustrazione: percosse su percosse a Giulia. In quel momento, i due si trovano a Fossò, in provincia di Venezia. Difatti a riprenderli è la telecamera di un'azienda del luogo.
Quella sera, la Punto si sposterà a Zero Branco (provincia di Treviso), ad Aviano (Pordenone), ad Arcola (frazione di Barcis, Pordenone). E ancora Forno di Zoldo (Belluno): siamo a domenica scorsa, sono le 7.22. Un paio d'ore più tardi, riecco Turetta a Cortina d'Ampezzo.
C'è poi la zona di Piancavallo, lago di Barcis, dove il cadavere di Giulia è stato rinvenuto ieri, sabato 18 novembre.
"Non fuggire in Austria, consegnati", l'appello del procuratore Cherchi al 22enne studente d'Ingegneria. Effettivamente è lì che è stato avvistato Turetta fuori dai nostri confini. Prima a Lienz, poi a Villach. Infine, come detto, Germania, nei pressi di Lipsia, su una corsia d'emergenza di un'autostrada e a fari spenti: condizione che ha richiamato subito l'attenzione di una pattuglia della Polizia. L'ultima tappa di una fuga lunga, disperata, folle.