Continuano a emergere indiscrezioni sull'interrogatorio di Filippo Turetta, il giovane accusato di aver ucciso la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. Nelle circa nove ore in cui il giovane ha potuto riferire la propria versione dei fatti avrebbe ripetuto spesso: "Ho fatto una cosa orribile, voglio pagare".
È quanto riporta l'agenzia Agi. Parole che il ragazzo avrebbe ripetuto di frequente al pm di Venezia, Andrea Petroni, durante il colloquio fiume di ieri nel carcere di Verona.
Tra le lacrime, e riferendo di una "non completa consapevolezza" mentre con il coltello infieriva sulla ragazza, Turetta avrebbe espresso pentimento. Del resto, era stato lui stesso a dire "Voglio parlare", a offrirsi cioè per raccontare la propria versione dopo il violento litigio, l'aggressione, l'uccisione, infine la fuga oltreconfine.
Dall'interrogatorio sarebbe emersa la grande possessività del ragazzo nei confronti di Giulia, furioso proprio perché lei non fosse più "sua", perché ancora innamorato e non rassegnato alla rottura.
L'autopsia svolta a Padova ha dimostrato che, per uccidere, Turetta ha utilizzato un coltello da cucina dotato di una lama da 12 centimetri. Mentre non ha usato il coltello con la lama spezzata recuperato dagli investigatori nel parcheggio di Vigonovo.
Quel "Mi è scattato qualcosa in testa" è da ieri terribile refrain di un femminicidio che ha sconvolto l'Italia intera, come anche Tag24 sta registrando in questi giorni, ricevendo commenti, messaggi e e-mail da lettori che hanno vissuto in maniera particolare la vicenda e ancora continuano a seguirla con interesse.
Nel frattempo aumentano anche le polemiche. L'associazione Sbarre di Zucchero, per esempio, parla delle proteste dei detenuti circa un presunto trattamento di favore nei confronti di Filippo.