Juventus-Napoli è anche voglia di rinascita, nello specifico quella di Dusan Vlahovic e Victor Osimhen. L'Allianz Stadium l'arena, il campo quel palco fatto di speranze e voglia di rivalsa, dato che sia il serbo e il nigeriano fino ad ora non hanno vissuto una prima parte di stagione così come l'avevano immaginata.
Problemi nel segno del nove, quel numero di maglia dietro le loro spalle portatore di promesse e responsabilità che solo i grandi possono permettersi. E il desiderio per i due è proprio quello: conquistare la cima della vetta.
Sarà una partita tattica quella tra Allegri e Mazzarri. Lo scacchiere è pronto, le pedine stanno per muoversi, ogni mossa è un filo labile tra il successo e la caduta. Vlahovic e Osimhen rappresentano proprio questo, ma loro guardano solo avanti. Hanno fame, e vogliono tornare nuovamente ad incidere.
Anche perchè ad oggi stanno vivendo entrambi momenti che difficilmente pensavano potessero realizzarsi in questo momento del campionato. Vuoi per vicissitudine varie e sfortuna a seguito, tutti e due i giocatori non sono riusciti a risultare decisivi così come ci si aspettava.
Da una parte Dusan, partito a razzo ad inizio stagione mettendo a referto 4 gol (contro Udinese, Bologna e la doppietta contro la Lazio) ma sopratutto una nuova versione di se, capace di dialogare con la squadra così come richiesto spesso da Allegri.
In seguito lo stop, realizzativo ed atletico. Perchè Dusan è ripiombato nell'anonimato delle prestazioni, senza più trovare la rete ma sopratutto dovendo fare i conti con la lombalgia che lo ha tormentato per settimane. E questo ha inciso, basti veder come Allegri spesso gli abbia preferito Kean in molte partite, con il serbo che si è dovuto accontentare di scampoli di match.
Nelle ultime 8 partite a referto solo un gol, quello contro l'Inter, ma per il resto niente, se non il suo rapporto di amore e odio con i rigori, dato che l'errore contro il Monza dagli undici metri si aggiunge a quello sbagliato contro l'Empoli al Castellani il 3 settembre scorso. Per dei numeri che ad oggi dicono 12 presenze per Vlahovic, di cui 8 da titolare e 4 partendo dalla panchina, per un totale di 5 gol fatti e 1 assist.
Dall'altra parte c'è Osimhen. Che vuole tornare a sorridere. Perchè con Garcia si era dimenticato come si facesse. Feeling mai sbocciato, episodi di insofferenza plateali, che nonostante tutto non lo hanno limitato dal punto di vista realizzativo, dato che ad oggi ha messo a referto 6 gol in 10 presenze.
Anche se si vede come non sia ancora quel Re Leone temibile da 25 gol della passata stagione, complice anche l'infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fuori per molto tempo. Una mano importante, ma in senso negativo, l'ha data Garcia. Perchè Osimhen ha segnato anche sotto i dettami tattici del francese, ma era palese notare come i gol arrivassero più per soluzioni individuali che per una manovra corale.
Ecco perchè a volte si vedeva Osimhen giocare contro i mulini al vento, abbandonato ad una solitudine da numero primo che alla lunga è finito per diventare secondo, poi terzo e via discorrendo. Il ritorno di Mazzarri ha cambiato le cose, ora Victor vede speranza, e con essa la voglia di dimostrare che quella squadra dell'anno passato esiste, così come il suo bomber, messo nuovamente al centro del villaggio con l'obiettivo di colpire.
Così come Vlahovic in maglia bianconera, da capire solamente chi avrà più cartucce.