Cresciuto calcisticamente nel settore giovanile della Lazio, nel corso della sua carriera ha vestito le maglie di Cagliari, Virescit e Lodigiani prima di tornare alla base. E' nel 1993 che Giampaolo Saurini si trasferisce a Bergamo per indossare la casacca dell’Atalanta. Ex attaccante, oggi allenatore ma anche commentatore sportivo, con la Dea vive due stagioni e colleziona 40 presenze, segnando 12 gol. Per commentare il big match della giornata, Atalanta-Milan, Saurini è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Il primo big match della quindicesima giornata, quello tra Juventus e Napoli, ha già dato il suo responso. Adesso però è tempo di pensare al secondo. Al Gewiss Stadium di Bergamo, con fischio di inizio alle ore 18.00, l'Atalanta aspetta il Milan di Stefano Pioli. La Dea sta vivendo un momento negativo e quella con i rossoneri potrebbe rappresentare la partita della svolta, in un senso o nell'altro. Un punto conquistato nelle ultime quattro gare e vittoria che manca addirittura dallo scorso 30 ottobre. I nerazzurri devono cambiare marcia per tornare in corsa per l'Europa, ma di fronte troveranno una squadra alla ricerca della continuità perduta, che deve obbligatoriamente vincere per scacciare una volta per tutte la crisi. Per commentare Atalanta-Milan, Saurini, ex attaccante che ha vestito la maglia della Dea per due stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Partiamo dal big match di questa sera, che tipo di partita ti aspetti contro il Milan?
"Quella di oggi sarà una partita importante, anche se l'Atalanta sta vivendo un momento particolare. Negli anni ha dimostrato che nei big match è capace di tirare fuori il meglio di sè. La Dea ormai si è consacrata e tutti ci aspettiamo un certo tipo di campionato di vertice. Mi aspetto una bella partita, tra due squadre forti".
Il 3 a 0 maturato contro il Torino è un risultato pesante, e prima c'era stata la sconfitta con il Napoli. Quattro partite e un punto, possono servire da sveglia per la squadra di Gasperini?
"Sicuramente sì, anche se c'è da dire che l'Atalanta negli anni ha dimostrato sempre di essere capace di fare bene, pur vendendo i suoi pezzi migliori. E' una squadra capace di ricominciare ogni volta e di riprendere da dove aveva lasciato anche con interpreti diversi. Il lavoro di Gasperini è sotto gli occhi di tutti e gli va dato atto di questo. Anche perchè i giocatori più forti vengono venduti costantemente, ma lui è in grado di cominciare ogni volta da capo e intraprendere un nuovo percorso che li porta sempre a giocare in Europa".
Il Milan viene da un momento complicato, con tante polemiche anche nei confronti di Pioli. Temi i rossoneri?
"Il Milan è una grande squadra e ha un organico incredibile, che può puntare allo scudetto. Arriverà a Bergamo per fare e bene e punterà a vincere la partita, ma sono certo che troverà pane per i suoi denti. L'Atalanta difficilmente si fa trovare impreparata quando ci sono questi appuntamenti. Sarà una bella partita, da tripla e difficile da pronosticare".
Scamacca dall'inizio dell'anno è andato avanti a singhiozzo, complici anche gli acciacchi muscolari. Quanto pesa la sua assenza?
"E' un giocatore di grande talento e prospettiva. Deve ancora trovare la sua dimensione e la sua giusta consacrazione, ma è un calciatore che ha tutti i mezzi per poter emergere ed imporsi nel grande calcio. Il futuro, anche della Nazionale italiana, passa anche per i suoi piedi. E' senza dubbio uno dei candidati alla maglia da titolare".
Nell'ultima gara, l'ex Zapata ha avuto un exploit contro la Dea. Ti aspetti lo stesso stasera da De Ketelaere?
"Sicuramente sì, De Ketelaere è un giocatore di talento che in Italia e soprattutto al Milan non si è espresso nella dovuta maniera. A Bergamo ha già fatto vedere qualcosa e sta giocando molto meglio. Anche lui potrebbe risultare determinante".
C'è un singolo che ti preoccupa particolarmente in casa Milan?
"Il Milan è da prendere in equipe. E' un gruppo forte e quando gioca di squadra è una delle migliori del nostro campionato. Credo che la Dea si debbe preoccupare del gioco e del collettivo dei rossoneri, piuttosto che del singolo".