Questa mattina si sono svolti i funerali di Antonio Juliano a Napoli, nella chiesa di San Giuseppe a Chiaia. In tantissimi a omaggiare la sua figura storica di calciatore e poi di dirigente azzurro, presente anche il presidente De Laurentiis.
Alle ore 12.00 di questa mattina si sono svolti i funerali di Antonio Juliano, leggendario capitano del Napoli. Le commemorazioni sono avvenute al centro della città, nella chiesa di San Giuseppe a Chiaia.
In molti venuti venuti a dare un ultimo saluto alla salma: chiesa gremita tra ex compagni, ex dirigenti e figure storiche della società partenopea, tanto che le esequie sono dovute slittare di alcuni minuti per permettere a tutti di sistemarsi e prendere posto.
Tra i presenti gli Ultras del Napoli che hanno voluto omaggiare "Totonno" con la loro presenza e il loro supporto emotivo. Mentre per rappresentanza del Comune di Napoli ha presieduto l'Assessore allo Sport Emanuela Ferrante.
Venuti anche tanti amici di vecchia data come Enzo Montefusco, Corrado Ferlaino o Cané, tra i più commossi del suo addio. In particolare l'ex presidente partenopeo si è lasciato andare per la commozione del momento.
Presenti anche molti volti dell'attuale Napoli che hanno insistito per partecipare alla messa, come Aurelio De Laurentiis e il Direttore Sportivo Mauro Meluso, ma anche il Capo Ufficio Stampa Guido Baleari e l'Head Of Communication Nicola Lombardo.
Un addio avvenuto nella mattinata di ieri e che ha portato con sé numerosi messaggi e gesti d'affetto nei confronto di una vera e propria leggenda del Napoli. Soprannominato da tutti "Tottonno", l'ex centrocampista azzurro ed ex dirigente aveva 80 anni ma di lì a poco ne avrebbe compiuti 81.
Nato il 26 dicembre del 1942, fu segnato all'anagrafe dai suoi genitori soltanto il 1° gennaio dell'anno seguente, visti i tempi di guerra che correvano proprio in quel periodo.
Juliano giocò nel Napoli dal 1961 al 1978 diventando capitano e bandiera indiscussa della squadra partenopea, tanto da meritare la Nazionale e rompere un record assoluto: Totonno, infatti, fu il primo napoletano ad essere convocato dall'Italia.
Nazionale con cui arrivò a vincere l'Europeo nel 1968 contro l'allora Jugoslavia - squadra nata nel 1920, formata da serbi, croati e sloveni e scorporata nel 1992 - e a sfiorare i Mondiali nel 1970 persi in finale con il Brasile.
Dotato di classe ed eleganza, fu un faro per il centrocampo del Napoli per quasi vent'anni vincendo diversi trofei, tra cui due Coppe Italia, nel 1961/62 e nel 1975/76, una Coppa delle Alpi nel 1966 e la Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1976.
Una carriera che si interruppe soltanto quando decise di trasferirsi a Bologna per concludere lì la sua carriera e poi appendere le scarpette al chiodo. L'amore per Napoli, però, lo ha presto ricondotto a casa in altre vesti.
Antonio Juliano fu anche dirigente nella società azzurra. A lui si deve l'arrivo dell’olandese Ruud Krol, divenuto poi uno dei perni del centrocampo azzurro, ma soprattutto quello di Diego Armando Maradona dal Barcellona.
Merito dell'opera di convincimento verso Corrado Ferlaino, l'allora presidente non era convinto del carattere fumantino e complicato dell'argentino e per questo motivo aveva dei forti dubbi sul passaggio dalla squadra catalana. Juliano, però, riuscì a convincerlo: il resto è storia.
Se prima partecipava molto più di frequente a eventi pubblici e ospitate televisive, con il passare degli anni ha diminuito in modo graduale le proprie presenze fino a quando non si è ammalato. Da lì un ricovero in ospedale e un peggioramento repentino per lui che si è spento nella giornata di ieri a poco meno di due settimane dal suo 81esimo compleanno.