Resta in carcere il 48enne di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, arrestato lo scorso 5 dicembre con l'accusa di aver sfregiato la moglie al viso con dell'acido. Il gip del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha affermato che la sua versione dei fatti "non è suffragata da riscontri esterni".
L'indagato, Saro Gioacchino Morgana, ha quindi fornito una propria versione di quanto accaduto che non ha convinto il gip. E' stata perciò confermata la custodia cautelare in carcere.
si era giustificato durante l'interrogatorio da remoto. L'indagato, nella colluttazione con la moglie, ha riportato a sua volta gravi ferite al collo e alle mani. Si trova tuttora ricoverato e piantonato al centro grandi ustioni dell'ospedale Cannizzaro di Catania.
I racconti di ciò che è accaduto la mattina del 5 dicembre sono opposti. La donna, di due anni più grande rispetto al marito, ha riferito di essere scappata in una struttura protetta dopo avere subito violenze e maltrattamenti insieme alla figlia, nata da un precedente matrimonio.
La donna aveva infatti già denunciato il coniuge per maltrattamenti. La mattina dell'aggressione, secondo la sua versione, l'aveva contattato- commettendo un errore- per concordare la consegna di alcuni oggetti della figlia rimasti nell'abitazione.
Quindi sarebbe stata colpita e sfregiata con l'acido al viso, che le ha provocato ustioni severe e danni permanenti.
L'indagato, al contrario, sostiene di essere lui la vittima e di non aver neanche toccato la bottiglietta contente la sostanza.
Per fare luce sulle dichiarazioni dell'indagato e della presunta vittima, il pubblico ministero Giulia Sbocchia ha disposto accertamenti scientifici sulla borraccia e sullo zaino, in modo di risalire a eventuali impronte.
Le verifiche saranno effettuate il prossimo 9 gennaio nei laboratori della polizia scientifica di Palermo. Il difensore dell'indagato, l'avvocato Calogero Sferrazza, ha riferito che ricorrerà al tribunale del riesame per chiedere la revoca, oppure l'attenuazione della misura.