Serata di protesta per tanti pendolari e amministratori locali oggi, 19 dicembre, in piazzale Flaminio. Proprio da lì parte l'oramai famigerata "Roma-Civita Castellana-Viterbo", meglio nota come Ferrovia Roma Nord, che trasporta tanti studenti e lavoratori nella parte settentrionale della regione. Una tratta che i pendolari conoscono bene, "fin troppo" a giudicare dai commenti negativi degli utenti. Sono arrivati a formare un comitato e ad avviare una raccolta firme cartacea e online per chiedere di rivedere la gestione del tratto ferroviario, per evitare o quantomeno ridurre le attese infinite, i treni soppressi, i viaggi della speranza soltanto per andare a scuola o sul posto di lavoro.
Nella prima delle due videointerviste realizzate dall'inviato di Tag24 Thomas Cardinali, il presidente del comitato Pendolari, Fabrizio Bonanni, parla di circa 5.000 firme già raccolte e annuncia che, dopo le Feste, queste saranno portate al governatore del Lazio, Francesco Rocca, e all'assessore regionale ai Trasporti, Fabrizio Ghera.
"Abbiamo cominciato ai primi di novembre, grazie anche al sostegno di tutti i comuni dell'area interessata, da Sacrofano a Viterbo - racconta Bonanni - La nostra è una situazione drammatica, contraddistinta da una grave carenza infrastrutturale e organizzativa, che portano alla soppressione di troppi treni. Questi ultimi sono sempre meno, siamo arrivati a quota 35. Solo quattro anni fa erano 60".
Il 1° luglio del 2022, l'appalto concesso dalla Regione Lazio è passato da Atac - l'azienda del trasporto pubblico urbano nella Capitale - ad Astral e Cotral. La prima gestisce la parte strutturale, la seconda è la società a cui è demandato il trasporto pubblico fuori dal territorio di Roma Capitale. (Non che all'interno del perimetro cittadino la cosa migliori. Come dimenticare per esempio l'estate di passione dei romani? Esclusa, a proposito, la nuova chiusura a gennaio).
Tra i sindaci presenti, il primo cittadino di Castelnuovo di Porto, Riccardo Travaglini. "C'è un progetto di ammodernamento previsto da 20 anni ma che non trova realizzazione - racconta - Si arriverà piuttosto alla distruzione della ferrovia: ci sarà un solo raddoppio da Riano a Castelnuovo e nulla fino a Montebello. Non abbiamo nessuna misura per superare la criticità, non esistono forme di trasporto alternativo". Se non gli autobus sostitutivi a ogni guasto tecnico, raccontano i pendolari.
Dunque i comuni chiedono che "la ferrovia venga commissariata e la si porti a compimento, partendo dalle piccole cose come il parcheggio di Montebello. Siamo nella situazione per cui i ragazzi non possono più scegliere dove studiare, dunque viene finanche compromesso il diritto allo studio. E i pendolari sono stanchi di servizi fatiscenti, con treni vecchi di 30 anni".