Juventus - Roma è da battito cardiaco accelerato, di emozione prima della chiusura, quella di un anno dove i destini di Dusan Vlahovic e Romelu Lukaku sarebbero potuti essere diversi. Tutto collegato da un sottile filo rosso che per un pò di tempo ha unito il serbo e il belga nel vortice del mercato estivo. Lì dove Romelu poteva essere un possibile bianconero, con Dusan possibile partente a Londra, sponda Chelsea.
Sarebbe potuto capitare, ma non è successo. Forse meglio così, ma di fatto non si potrà mai sapere cosa avrebbero potuto fare entrambi gli attaccanti se tutto questo fosse successo. Poco importa, perchè a parlare è il presente, che ad oggi dice Vlahovic 6 gol e Lukaku 8. E stasera la resa dei conti. Dusan vuole dimostrare che la Juventus ha fatto la scelta migliore con lui, Romelu rispondere ancora una volta presente contro l'eterno nemico calcistico di colore bianco e nero.
Sono le loro partite, non si tirano indietro. Anzi, ad avercene di match così. Con ogni probabilità sia Vlahovic che Lukaku ci sguazzerebbero. Perchè da questo punto di vista sono simili, si gasano nelle grandi notti, riescono a tirare fuori il meglio, non si risparmiano. E Juventus-Roma è questo.
Paragonando le situazioni di entrambi gli attaccanti, ad oggi Lukaku è più impattante rispetto al collega serbo. Non tanto per gli 8 gol in se, quanto per l'importanza all'interno della manovra. Perchè la verità è una sola: la Roma senza Lukaku (e Dybala) si spegne.
Il belga è il punto di riferimento capace di far giocare con più tranquillità la squadra che sa di avere il suo totem in squadra. Non solo come concetto, ma proprio a livello fisico. Nei momenti difficili palla a Romelu, che non sfugge alla lotta spalle alla porta. Difende, e se ha spazio si scatena, un leit motiv che non passa mai di moda a Trigoria.
Lo stesso principio con Vlahovic, anche se qui i risultati sono un pò diversi. O meglio, da corrente alternata. Vlahovic è bomber d'area, quell'attaccante a cui devono essere dati tanti palloni per risultare decisivo in zona gol. Non per Allegri, che vuole un Dusan più intelligente tatticamente, "dialogatore" di squadra e capace di essere importante anche senza guardare la porta in faccia.
Cosa che il serbo ha fatto fatica a capire nonostante le sei marcature. L'ultima con il Frosinone sa di rinascita, obiettivo continuità a partire dalla Roma, per arrivare al 2024 con i gradi di arma letale. Da usare contro gli altri.
Ha il sapore di sfida finale questo Juventus-Roma se la si vede da un certo punto di vista. Che nemmeno si sarebbe dovuta giocare. Perchè se le cose fossero andate in un certo modo, ora avremmo Lukaku perno dell'attacco juventino, con Vlahovic forse a godersi il big match a Londra con la tuta del Chelsea addosso.
E' stata la telenovela dell'estate, che per poco non trovava semaforo verde. Alla fine nada, non si è fatto più niente, tutto rimasto uguale. O quasi, dato che Big Rom ha trovato la Roma proprio quando le speranze sembravano sfumare, con il belga a rimanere in casa Chelsea contro la sua volontà.
London calling, ma alla fine la chiamata è stata a tinte giallorosse, dato che la Juventus si era convinta a continuare con Vlahovic nonostante tutto. Sarebbe stato curioso vedere, in caso di passaggio di Lukaku alla Juve, la reazione dei tifosi bianconeri, che non lo hanno mai preso in simpatia per i trascorsi all'Inter, ma di certo hanno apprezzato lo sforzo nel tenere Vlahovic.
Che forse al dito se l'è legata un pochetto, non si aspettava di finire al centro di un mulinello dove poteva vedersi lontano da Torino. Ecco perchè stasera la si può vedere come una resa dei conti fra i due. Da una parte Lukaku che vuole lasciare il segno, ancora una volta, mostrando quanto sarebbe servito alla Juventus uno come lui.
Dall'altra parte Dusan Vlahovic, che nella notte dell'Allianz vuole apparire come l'eroe del mondo bianconero di cui tutti hanno bisogno, ancora. Con buona pace di Big Rom. Dualismo di un futuro passato mai realizzato.