Dopo la sconfitta contro la Lazio nel derby di Coppa Italia Mourinho analizza la partita e possibili errori della Roma che possono aver portato all'uscita dal torneo, in seguito se la prende con i quinti che secondo lui non hanno fatto il lavoro richiesto.
Partita amara per la Roma che esce dalla Coppa Italia perdendo nel derby contro la Lazio, Mourinho non le manda a dire e nel post partita se la prende con tutti, compresi i quinti di centrocampo che non riescono a essere decisivi.
Il tecnico si scatena nel post-partita dove commenta a ruota libera l'andamento di un match che non è andato secondo i piani prestabiliti. Il portoghese con le sue parole esprime il rammarico di un arbitraggio ambiguo ma soprattutto di un lavoro deludente da parte dei suoi.
Questa volta, infatti, l'allenatore non ne ha davvero per nessuno e tra intervista e conferenza stampa post gara esamina tutti i punti in questione. L'argomento centrale un rigore figlio di un calcio moderno, secondo lui, e complica il lavoro dei difensori in un compito davvero difficile da eseguire di questi tempi.
Mourinho, però, sembra sconfortato nel parlare dei suoi quando si affronta la questione fase offensiva. L'assenza di Dybala, soprattutto perché arrivata all'ultimo momento, pesa inevitabilmente sulla condizione psicologica di un gruppo che contava sulla sua leadership in campo.
L'allenatore lo sa e sottolinea anche quanto a livello tecnico la sua assenza sia limitante, soprattutto perché diventa necessario creare dai quinti di difesa o di centrocampo, a seconda della manovra d'azione.
Secondo il tecnico portoghese, infatti, i quinti non sono stati in grado di servire in modo adeguato i propri compagni mancando di precisione e di grinta nel proporre palla in attacco. Una mancanza di pericolosità che lo lascia frustrato visto che si tratta di un problema riscontrato in più occasioni e non soltanto nel derby di Coppa Italia.
Probabile che Mourinho si riferisse agli esterni di fascia come Zalewski, Kristensen, Karsdorp o El Sharaawy che, nonostante la tecnica e la capacità di saltare l'uomo arrivano con difficoltà a crossare per servire Lukaku.
Non mancano parole per Huijsen in una partita complicata per lui. L'olandese, infatti, è il protagonista del fallo che poi porta il rigore a firma di Zaccagni. Un gesto ingenuo e un'entrata che avrebbe potuto certamente gestire in altro modo, figlia di un giocatore inesperto anche se promettente per le qualità che ha mostrato.
Mourinho, infatti, comprende quanto sia stata difficile la partita per il baby talento arrivato in prestito secco dalla Juventus solo pochi giorni fa e che ha esordito in una partita delicata con pochissimi minuti di esperienza in Serie A alle spalle.
All'81esimo, poi, il ragazzo viene sostituito per permettere a Belotti di entrare e provare il tutto per tutto. Quando Huijsen si siede in panchina, però, sembra smarrito e poco presente a sé, con aria triste è palese che non riesca a perdonarsi l'errore che sta condizionando il match.
Tanti i gesti di solidarietà da parte dei suoi compagni, come l'abbraccio di Mancini e Kristensen, che hanno voluto sottolineare la vicinanza e la comprensione verso un ragazzo che è ancora all'inizio di un percorso.
Anche per questo il portoghese punta i riflettori maggiormente sulla dinamica che porta al rigore e su una cattiva gestione dell'operato arbitrale: un rigore troppo tenero, per l'allenatore, che condiziona una partita secca.