In tutto sono cento le vittime degli scontri tra il Pkk e le forze militari turche. Dopo l'uccisione di nove soldati nel confine est del Paese, sessantaquattro miliziani curdi sono stati eliminati in operazioni portate avanti dalle forze armate.
Aumenta il bilancio delle vittime in nord Iraq e Siria. L'esercito turco ha intensificato le operazioni contro i separatisti curdi del Pkk: 64 soldati curdi sono morti: 16 erano nel nord della Siria e 48 nel nord dell'Iraq. Già lo scorso sabato, dopo un attentato che è costato la vita a nove soldati turchi, era aumentata l'attenzione da parte dell'esercito di Ankara. La situazione era sembrata da subito grave quando il presidente Erdogan sabato scorso ha convocato il Consiglio di sicurezza nazionale d'urgenza.
Erdogan ha voluto dare un segnale dopo l'agguato di qualche giorno fa nella provincia di Metina. Già da qualche giorno si era registrato un aumento delle tensioni tra Ankara e i miliziani curdi. Il governo sta combattendo la guerra anche sui social media: il ministro degli Interni Yerlikaya ha dichiarato che 126 account pro Kurdistan sono stati sospesi e i titolari sono stati identificati. La guerra ormai va avanti da più di quarant'anni e ha provocato finora 50mila vittime.