L'esonero di Josè Mourinho è stato un fulmine a ciel sereno che ha lasciato di stucco i tifosi della Roma, che ora abbracciano Daniele De Rossi come nuovo tecnico giallorosso, anche se Gaetano D'Agostino non ha dubbi: "Tutto questo è stato molto repentino".
L'ex centrocampista, in esclusiva a Tag24, ha analizzato il momento di casa Roma, sperando che De Rossi possa essere il nome giusto per la piazza, anche se puntare su di lui "è un rischio alto".
Alle ore 9:25 di oggi Josè Mourinho è stato esonerato dai Friedkin. Un fulmine a ciel sereno, con l'avvento di Daniele De Rossi sulla panchina giallorossa che non ha spazzato via i dubbi in vista del prossimo futuro. Che si preannuncia delicato secondo Gaetano D'Agostino.
D: Gaetano, te lo aspettavi?
R: No, così in maniera repentina no. Neanche giudico il perché, ci sono dinamiche che non conosciamo, mi limito a dire che il segnale che si manda è un messaggio non positivo a 360 gradi. E’ vero che se i risultati non arrivano gli allenatori pagano dazio, ma i tempi potevano essere migliori. Auguro il meglio a Daniele, ma la responsabilità è alta su un ragazzo che sta cercando la sua identità come tecnico. Prendere una responsabilità così denota il suo coraggio, ma dall’altra parte è rischioso. I punti di riferimento non sono tanti, bisogna sistemare tante cose e non solo in campo, visto che sei in corsa anche per l’Europa League. Non so con tutti questi impegni se Daniele avrà il tempo e l’esperienza per stare sul pezzo.
D: Mossa del cuore, meno dal punto di vista tecnico perché non si sa se possa funzionare.
R: C'è differenza quando subentri da allenatore navigato oppure no. Se prendi un ragazzo tra virgolette alle prime armi, è un qualcosa che va a calmare gli animi dell'ambiente, sapendo che Daniele è un idolo, facendo così una scelta di piazza".
Gaetano D'Agostino si è poi soffermato sulla decisione dei Friedkin di puntare su De Rossi.
D: Una mossa che denota come la società navighi più a vista invece che con un progetto chiaro?
R: Il progetto, in questo momento, non è la priorità. Sarebbe tale se a De Rossi gli si facesse un contratto lungo perché pensi che possa essere l’allenatore del futuro. Punti su un elemento che conosce l’ambiente e lo lasci lavorare tranquillo; se il contratto è solo fino a giugno vuoi tirare la carretta, e se è così metti in preventivo che puoi non raggiungere nessun obiettivo.
Obiettivo continuità nel segno di De Rossi, per poi guardare al futuro, dove i tifosi sperano che possa esserci una grande sorpresa per la panchina, con il nome di Antonio Conte che circola prepotentemente per la prossima stagione.
D: Il futuro potrebbe essere ancora un grande nome come Antonio Conte?
R: Bisogna vedere se accetterebbe, ma dovresti fare molte scelte e mandare via molte persone che non sono congeniali a quella che potrebbe essere un avventura con lui.
D: Tornando a Mourinho, secondo te ha sbagliato qualcosa?
R: Forse un cambio tattico che andava fatto. Non è una squadra che può giocare a tre e con gli esterni che non hanno caratteristiche e qualità per farlo. Doveva optare ad un piano B. Lo ha dimostrato a gara in corso, quando le cose non andavano bene passava a quattro. Perché non farlo prima, e magari passare a tre quando hai il risultato in pugno e puoi coprirti? Parlo di caratteristiche, se riesci a crossare otto volte e non azzecchi un cross diventa un problema.
D: Secondo te la squadra aveva cominciato a seguire meno Mourinho?
R: La mia sensazione è che c’è stato troppo divario da entrambe le parti. Vinci la Conference, vai in finale di Europa League e tutto va bene. Nel momento di difficoltà, quando devi avere un diverbio con l’allenatore, è lì che si vede il distacco tra Mourinho e i componenti della rosa. L’ insoddisfazione non è stata detta direttamente a lui, ma forse dietro le quinte qualcuno si è lamentato. Di sicuro nessuno dei componenti della rosa, giusto Dybala e Lukaku, avrebbe avuto la forza di discutere con Mourinho. E questo è un difetto caratteriale grande.