21 Jan, 2024 - 10:41

Lenin, 100 anni fa la morte del dittatore: biografia, carriera e pensiero politico

Lenin, 100 anni fa la morte del dittatore: biografia, carriera e pensiero politico

Era il 21 gennaio del 1924 quando il mondo intero apprendeva la notizia della morte di Vladimir Il'ič Ul'janov, meglio noto con il nome di Lenin, uno dei più grandi rivoluzionari dello scorso secolo. Un uomo passato alla storia anche come dittatore che portò alla morte di migliaia e migliaia di dissidenti. Ripercorriamo insieme le tappe principali della sua vita e rivediamo qual era il suo pensiero politico.

Lenin, la morte 100 anni fa: chi era

Oggi, 21 gennaio 2024, ricorre il centesimo anniversario della morte di Lenin. Fu lui che portò l'ex impero zarista fuori dalla Prima guerra mondiale. Egli fu un'importante personalità rivoluzionaria che vinse contro i dissidenti durante il periodo del cosiddetto terrore rosso. Periodo durante il quale persero la vita molte persone.

Ma chi era esattamente Vladimir Il'ič Ul'janov? Quali erano le sue origini e come ha fatto l'uomo ad arrivare a ricoprire negli anni un ruolo così importante? Cosa sappiamo sulla sua vita?

Nato nel 1870 nella città di Simbirsk, sulle rive del Volga, aveva una mamma insegnante ed un padre educatore. Crebbe, sin da bambino, in un ambiente istruito, progressista ed illuminato, al contrario di quella che era la classica educazione russa di fine ‘800.

Aveva sei fratelli. Tutti i figli della coppia ricevettero un'educazione in contrasto con il sistema zarista dell'epoca e si differenziarono dalla società povera, arretrata e poco istruita di allora.

Un episodio decisivo per la vita di Lenin fu la condanna a morte di suo fratello Alexsandr. Da giovane, insieme ad un gruppo di compagni legati al populismo russo, progettò di fare un attentato alla vita dello zar. Venne però scoperto e arrestato. Si disse colpevole e fu condannato a morte.

Lenin studio Legge all'università e si avvicinò ai movimenti studenteschi. Dimostrò di essere un agitatore e per tale motivo fu espulso dall'istituzione. Fu anche messo sotto sorveglianza da parte della Polizia.

Ma il giovane non si tirò indietro. Si avvicinò sempre di più al marxismo che stava iniziando a diffondersi in Russia grazie ad alcuni intellettuali. Riuscì ad iscriversi all'università di San Pietroburgo e ottenne la laurea in Diritto nel 1981.

Visse nella capitale e si avvicinò agli ambienti politici rivoluzionari. In poco tempo diventò un leader marxista. La sua attività gli costò l'allontanamento dalle grandi città e il successivo trasferimento all'estero, dove continuò a cercare consensi tra la massa popolare.

La carriera politica

Da quel momento la sua carriera politica fu in ascesa. Nel 1905 la Russia visse un periodo di anarchia. Lenin riuscì a tornare illegalmente nel suo Paese puntando ad una rivoluzione socialista, per quanto difficile.

Negli anni continuò a mostrarsi fortemente critico nei confronti degli zar e di tutti coloro che cercavano compromessi pur di mantenere la tranquillità nel Paese. Fu espulso nuovamente dalla Russia.

Nel 1914 Mosca entrò, insieme a Francia ed Inghilterra, nella Prima guerra mondiale, sebbene non fosse pronta ed attrezzata ad affrontare il sanguinoso conflitto. Nel 1917 San Pietroburgo fu teatro di tantissimi scioperi, che arrivarono a minacciare il regime zarista.

Nicola II fu costretto ad abdicare, mentre nelle fabbriche e tra gli operai si estendeva l'attività dei soviet.

Nel 1917 Lenin fu libero di tornare in Russia insieme a compagni di partito. Scrisse, durante il viaggio di ritorno in treno, le Tesi di aprile. Si trattava di un documento in 10 punti in cui affermava la necessità di interrompere il conflitto mondiale, distribuire le terre ai contadini e affidare il potere ai soviet.

Nell’ottobre di quello stesso anno il rivoluzionario propose di dare vita ad un'insurrezione e prendere il potere. E così fu. Si verificò un vero e proprio colpo di Stato, il quale inaugurò poi il nuovo partito e il nuovo governo. Ci furono repressioni e spargimenti di sangue.

Dal 1917 al 1922 i bolscevichi, guidati da Lenin, combatterono una lunga e sanguinosa guerra civile contro i menscevichi, forze controrivoluzionarie con i fedeli allo zar sostenute da Pasi come Regno Unito, Stati Uniti d'America e Francia. I morti furono 2 milioni.

Nel frattempo, nel 1918, la Russia usciva ufficialmente dal conflitto mondiale.

Il potere e le idee politiche

Una volta giunto al potere, Lenin si trovò a fare i conti con un Paese in avanzato stato di povertà, arretrato, non istruito e soprattutto dilaniato dalla Grande guerra. Divenuto primo ministro del nuovo stato socialista, diede vita ad una serie di misure per far fronte alle numerose difficoltà.

Cercò di dare una forte spinta all'agricoltura locale, organizzò un nuovo esercito, aumentò i controlli e molto altro ancora, ma quasi senza successo. Un paio di anni dopo infatti la situazione era ancora disastrosa in campo economico e non solo.

Il 30 dicembre del 1992 nacque l'URSS di Lenin, Stato federale che si estendeva tra Europa orientale e Asia settentrionale.

La morte di Lenin

Nel 1922 il rivoluzionario, che per molti era diventato un dittatore, iniziò a manifestare segnali di una condizione di salute precaria. Nel maggio di quell'anno venne colpito da un primo ictus. A dicembre da un secondo attacco.

All’inizio del 2023 non riusciva a muoversi e a parlare. Si aprì una lunga e difficile discussione su chi avrebbe preso il suo posto. I due principali personaggi indicati erano StalinTrotzkij. Il rivoluzionario aveva una preferenza per quest'ultimo. Ad avere la meglio fu però Stalin.

Il 21 gennaio 1934 Lenin morì. I suoi funerali si svolsero nella Piazza rossa di Mosca. La salma venne esposta ed imbalsamata. Da quel momento il suo cadavere diventò un vero e proprio oggetto di culto. La sua tomba è visitabile ancora oggi.

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Giorgia Belfiore
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