Sono tanti i racconti che ruotano intorno a Gigi Riva. E non girano soltanto da ieri sera, alla diffusione della notizia della morte del campione. Molti sono racconti che già si conoscevano, ma che rimanevano tra le pieghe della storia dei rispettivi protagonisti e di quella insostituibile scenografia: la Sardegna, isola unica e sospesa in cui Riva divenne immenso e De André trovò la parte più incredibile del suo mondo e delle sue paure. Non è qualcosa da gridare l'amicizia tra Gigi Riva da Leggiuno e Fabrizio De André da Genova. Piuttosto da tenere sospesa sul cuore.
Cristiano De André, il figlio di quel Faber che il destino ci rubò venticinque anni fa, in queste ore ha raccontato una puntata di quella specie di serie tv da goderti oltre la tv e gli smartphone. A margine di una trasferta del Cagliari a Genova, per giocare contro la Sampdoria all'inizio del campionato 1969/'70, quando Rombo di Tuono arrivò in casa De André con un regalo speciale.
Lo stesso Cristiano ha impersonato suo padre nel film "Nel nostro cielo un rombo di tuono". Una piccola parte in cui il cantautore genovese regala la chitarra a Riva.
Gigi ascoltava e faceva ascoltare ai suoi compagni di squadra Fabrizio. Fabrizio assisteva come tutti noi alle imprese di Gigi. Gigi in maglia rossa e blu, come quella del Genoa di Fabrizio. E poi c'è questa immagine splendida: Gigi che mette sul piatto un disco, alle sue spalle la foto di Fabrizio.
Si dice che la canzone di De André preferita da Riva fosse "Preghiera in gennaio", che il cantautore dedicò a un altro suo amico scomparso però tragicamente: Luigi Tenco. Parole che oggi sono un addio, ma anche un benvenuto.