Corsa, dribbling, piede educato e tanta qualità: Domenico Marocchino aveva davvero talento da vendere. Cresciuto nelle giovanili della Juventus, quella con i bianconeri è stata l'esperienza più importante della sua carriera, ma ha vestito anche altre maglie importanti. Ala destra veloce ed imprevedibile, un calciatore versatile e in grado di ricoprire anche altri ruoli offensivi. Due scudetti e una Coppa Italia i trofei vinti con la Vecchia Signora. Per commentare la lotta scudetto che coinvolge la Juventus, la prossima gara con l'Empoli e l'ennesimo infortunio di Chiesa, Marocchino è intervenuto in esclusiva a Tag24.
In attesa del recupero dell'Inter, in programma a fine febbraio e complice l'impegno in Supercoppa vinto dai nerazzurri, la Juventus di mister Allegri si gode il momento e guarda tutti dall'alto. La vittoria della scorsa settimana contro il Lecce proietta i biancoceri in vetta alla classifica e ora la Vecchia Signora non può più sbagliare. Lo scudetto non era certo l'obiettivo prefissato all'inizio dell'anno, ma l'appetito vien mangiando e ora che sono lì, questi ragazzi non si vogliono fermare. Contro l'Empoli giocheranno ancora una volta con il coltello tra i denti. Allegri spera di poter recuperare Federico Chiesa, per l'ennesima volta ai box in questa stagione. Per commentare la lotta scudetto, la stagione della Juventus e l'infortunio di Chiesa, Marocchino, che nella sua carriera ha vestito la maglia bianconera, è intervenuto a Tag24.
La Juventus vince in campionato e supera l'Inter in attesa della gara di recupero. Questa squadra è cresciuta moltissimo, ma cosa ti aspetti per la lotta scudetto, da parte della formazione di Allegri?
"Sicuramente è diventata una squadra pratica, militare da un certo punto di vista. Adesso però inizia il conto alla rovescia e ogni partita è un risultato da portare a casa. La Juventus ha un'identità chiara e definita, ma mancano ancora troppe gare da portare a casa e c'è sempre un po' di agitazione, perché i tre punti mandano in inganno e sono sempre piuttosto semplici da recuperare. Per la lotta scudetto è ancora molto lunga".
Una Juventus che sembra aver ritrovato il miglior Vlahovic. Alla Fiorentina era decisivo, poi tante difficoltà, anche per questioni fisiche, in bianconero. È definitivamente rinato?
"Con tutto il rispetto per Firenze, a Torino è molto più difficile giocare perché ci sono un'attesa, una pretesa e una responsabilità maggiore. In un modo o nell'altro si percepiscono sempre e non è matematico che, nel passaggio da una società è all'altra, si mantenga la stessa qualità, soprattutto se si approda in un club che vuole sempre vincere. Sembra che ora si sia assestato e ha capito che può anche evitare di giocare bene, ma sfruttare al massimo i singoli episodi. I campionati non si vincono con le partite ben fatte, ma con quelle giocate male e portate a casa. Il rendimento di un calciatore si deve valutare anche quando non è in perfetta condizione, perché quando stanno bene gli riesce tutto".
A proposito di calciatori fuori condizione, quest'anno chi sta incontrando tante difficoltà è Federico Chiesa. Che succede?
"Purtroppo sta avendo tanti problemi muscolari e di continui infortuni. Il calcio moderno richiede uno stress mentale e fisico costante, e non c'è tempo per recuperare, perché si gioca una partita dietro l'altra. A volte servono anche allenamenti mirati, per recuperare appieno, ma purtroppo non sempre è possibile. I giocatori che strappano tanto, rischiano di subire più infortuni e questo è un peccato. Dovrebbero imparare a gestirsi, a giocare anche senza esaltare sempre le proprie caratteristiche e strappare solo quando necessario, diversificando il proprio modo di giocare".
Con l'esplosione di Yildiz, Chiesa resta comunque davanti nelle gerarchie del mister, oppure no?
"Le gerarchie sono fatte anche di questioni economiche. Quando viene fatto un investimento di un certo livello si tende a non deprezzarlo. Chiesa è costato molto, Yildiz una minima parte ed è chiaro che si debba avere un occhio di riguardo per chi rappresenta un capitale. La concorrenza però fa bene a tutti. Resta il fatto che Yildiz è scaltro e furbo, è imprevedibile e mi piace molto".
Quali insidie nasconde la sfida con l'Empoli?
"Adesso come adesso sono tutte partite chiave, che vanno portate a casa a prescindere dal gioco. Arrivati a questo punto corrono tutti e non ci sono squadre che si chiudono. La Juventus se la dovrà giocare come fosse una finale, un match decisivo. Per lo scudetto però c'è ancora tanta acqua che deve passare sotto i ponti, è troppo presto per farsi venire il patema d'animo. Arriverà in fondo chi avrà più sangue freddo, chi porterà a casa anche risultati insperati, quelli ottenuti senza le belle prestazioni. Vincerà chi ottimizza di più e sbaglia di meno".