Un grido unanime attraversa il corteo che questa mattina, 29 gennaio 2024, ha percorso le strade di Taranto nei pressi dell'ex Ilva, nella manifestazione indetta da sindacati, operai e imprese dell'indotto. Una voce sola per chiedere l'allontanamento di Arcelor Mittal dall'acciaieria e un intervento del governo perché risolva la crisi.
Una "protesta riuscita", è il commento condiviso da parte di partecipanti e organizzatori della manifestazione che ha animato l'area dell'acciaieria dell'ex Ilva di Taranto. Più di 6mila persone coinvolte per un corteo arrivato sotto la direzione dello stabilimento, dove ha sostato per alcuni minuti, prima di tornare, dopo più di quattro ore, al punto di partenza, alla fabbrica dove si erano radunati alle 7 di questa mattina.
Una sosta pacifica, sotto le finestre degli uffici amministrativi, per mettere pressione, per ricordare, a chi l'ha scordato, che quei lavoratori sono ancora lì a chiedere diritti e giustizia.
La manifestazione è stata organizzata dai sindacati e ha visto protagonisti trasportatori, titolari delle imprese appaltatrici e rappresentanti di alcune associazioni di categoria (Aigi, Confapi e Casartigiani). Bersaglio della protesta è la crisi che è tornata a colpire l'ex Ilva, dopo il mancato accordo tra il governo e i dirigenti di Arcelor Mittal, con le ricadute che questo rischia di avere su più fronti:
"Via da Taranto!" è il coro unanime che ha caratterizzato il corteo, rivolto alla multinazionale Arcelor Mittal, azionista di maggioranza di Acciaierie, riconosciuto da lavoratori e sindacati come il primo responsabile della crisi.
Alla testa del corteo c'erano le sigle sindacali che lo hanno promosso - Fim, Fiom, Uilm e Usb - che si sono fatte portavoce del malcontento di lavoratori e imprese di fronte a una situazione che definiscono "ormai insostenibile".
Una situazione che può esser risolta solo attraverso un intervento deciso del governo, invocato da tutti i presenti e ribadito da Piero Cantoro, responsabile area Indotto della Fim Cisl.
Gli ha fatto eco Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, quando ha sottolineato come questa "straordinaria giornata di mobilitazione" parli "a tutto il Paese", dichiarando di aspettarsi "la convocazione in queste ore da parte di Palazzo Chigi".
Guarda al futuro, Scarpa, e agli interventi da mettere in campo affinché un futuro ci sia davvero per i lavoratori dell'ex Ilva e per la città di Taranto. E, anche per lui, lo Stato dovrà giocare un ruolo più importante nell'amministrazione dell'azienda.
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— Fiom-Cgil nazionale (@fiomnet) January 29, 2024
Sono in corteo i lavoratori dell’ex Ilva e dell’indotto di Taranto per scongiurare il disastro sociale e ambientale e garantire la continuità produttiva e occupazionale. pic.twitter.com/u6vzKqszIk
Nel corteo ha sfilato ance Aigi, l'Associazione Italiana Giuristi di Impresa che rappresenta la maggior parte delle aziende dell'indotto dell'ex Ilva.
Per il suo presidente, Fabio Greco, è fondamentale che la diatriba tra governo e Arcelor Mittal venga accantonata al più presto - "perché in mezzo ci siamo noi" - e che si proceda a mettere sul piatto le soluzioni per la crisi. In tal senso, conferma che Aigi sarà presente per fornire il proprio contributo ed eventuali suggerimenti all'esecutivo.