Si fa sempre più complessa la trattativa che porterebbe Demiral dall'Al-Ahli al Milan: nonostante i rossoneri siano realmente interessati, il club saudita fa muro visti i problemi fiscali e i danni d'immagine che porterebbe il suo addio precoce.
Si complica la pista che porterebbe Merih Demiral al Milan con l'Al-Ahli, club saudita che ne detiene il cartellino, pronto a fare muro per non concedere al difensore di tornare in Italia tra problemi economici e danni d'immagine.
Nonostante sia approdato soltanto quest'estate, con il blitz dei vari club sauditi che hanno portato nella Saudi Pro League tutti pezzi da 90 nella stessa finestra di mercato, Demiral non avrebbe problemi a tornare in Italia, anzi.
Il calciatore sarebbe contento di avere l'opportunità di giocare a grandi livelli, visti i suoi soli 25 anni e una carriera davanti a lui ancora potenzialmente lunga. L'occasione più netta l'interessamento del Milan per quest'ultimo.
Vista l'esigenza in difesa la dirigenza rossonera si starebbe muovendo per portare a casa un terzo difensore e completare il reparto. Contrariamente a quello che ha affermato l'Amministratore Delegato Furlani, infatti, il Milan continua la sua ricerca e non si fermerà ai vari Gabbia e Terracciano.
Il primo nome sul taccuino sarebbe Demiral: il difensore ex Atalanta ha numeri da buon difensore e ha esperienza sia in Serie A oltre che in Champions League. Maturità che sarebbe utile alla causa rossonera visto che il Milan giocherà l'Europa League.
L'idea del Milan, però, sarebbe quella di un prestito secco visto che i difensori in prospettiva non mancano e, probabilmente, entro fine stagione rientrerebbero tutti i giocatori infortunatosi durante l'anno.
Per questo motivo non ci sarebbe nessuna volontà nel prelevare un giocatore con uno stipendio fuori portata oltre i 6 mesi, una modalità che non convince l'Al-Ahli e che rende difficile che la trattativa vada avanti e si concluda.
Il club saudita non ha alcuna intenzione di cedere il giocatore soltanto in prestito secco, ma vorrebbe una formula che tuteli maggiormente l'affare e che si avvicini a quella a titolo definitivo. Inoltre, non farebbe sconti al Milan.
Prelevato il giocatore in estate dall'Atalanta per 20 milioni di euro, l'Al-Ahli non vorrebbe ricavarne meno visti i soli 6 mesi di permanenza del calciatore. Ma a complicare maggiormente la potenziale trattativa ci sarebbero anche i 13 milioni di euro percepiti dal difensore.
Un deterrente per il Milan che non ha alcuna intenzione di prendersi carico di una tale cifra, visto che il più alto stipendio sarebbe quello di Rafael Leao, e che si aggira intorno ai 7 milioni di euro. Quasi la metà della cifra che percepisce il difensore turco.
Non solo problemi economici e fiscali, a sommarsi ci sarebbe anche il danno di immagine a frenare il tutto. L'Al-Ahli, come gli altri club sauditi, in estate ha concluso una serie di trattative pari ad una campagna pubblicitaria sia per la società che per la Saudi Pro League.
Dopo l'addio di Henderson dall'Al-Ettifaq all'Ajax e i problemi che sta vivendo l'Al-Ittihad con Benzema la volontà dell'intera SAFF sarebbe quella di limitare i danni d'immagine che sta subendo il campionato saudita.
La partenza dell'ennesimo giocatore, pronto a tornare in Europa, sarebbe dichiaratamente un fallimento per un progetto che puntava a dare importanza ad un campionato con un tasso qualitativo basso ma che ha l'obiettivo di crescere.
Inoltre, potrebbe creare un effetto domino che porterebbe alla partenza di tutti i giocatori attualmente presenti nella Saudi Pro League. Uno scenario che i club sauditi vorrebbero evitare a tutti i costi preservando e tutelando gli acquisti fatti in estate, eccezioni permettendo.