Torna a parlare al Le Iene l'arbitro di Serie A, nuove rivelazioni e il rischio di radiazione mettono sotto pressione la denuncia anonima che sta compiendo il direttore di gara in attività ma la voglia di sovvertire determinate dinamiche non lo ha fermato dal continuare a parlare a ritornare in tv.
Dopo la prima comparsa una settimana fa, torna a parlare l'arbitro di Serie A, ospite a Le Iene, con nuove rivelazioni e la consapevolezza del rischio di radiazione dall'Associazione Italiana Arbitri.
In questa nuova intervista l'arbitro torna a parlare della incoerenza e delle macchinazioni in atto all'interno dell'AIA, e di come determinate dinamiche stiano macchiando inevitabilmente il campionato attuale come quelli precedenti - essendo un meccanismo con valenza retroattiva.
L'arbitro anonimo confessa di come sia iniziata la caccia alla talpa e di come lo stesso Rocchi abbia deciso di indurre una riunione straordinaria proprio per affrontare l'argomento il giorno dopo la prima intervista:
Il direttore di gara, ancora in attività ha sottolineato come molti colleghi sostengano la causa che sta portando avanti e che concordano con quanto detto nella precedente intervista. Poi racconta di un Rocchi provato dalla situazione e che invoglia tutti gli arbitri a non farsi coinvolgere emotivamente per scendere in campo nel modo più imparziale possibile.
A preoccupare l'arbitro anonimo la concreta possibilità che se venga fuori il suo nome sarebbe radiato all'istante dall'Associazione, diversamente da quanto invoglia lo stesso Designatore arbitrale Rocchi il quale spinge il direttore di gara a farsi avanti per chiarire la situazione a tu per tu:
Ad avallare quanto detto dall'arbitro in forma anonima tutta una serie di circostante che vanno in una direzione di contrasto verso l'atteggiamento tenuto dall'AIA. A lamentarsi apertamente di una malagestione lo stesso Luca Marelli, attuale commentatore arbitrale di Dazn, e Claudio Gavillucci, ex arbitro licenziato per i fatti accaduti in Sampdoria-Napoli e una gestione delle regole non appropriata ma a favore della tutela del giocatore, vittima di razzismo.
Oppure l'ex arbitro Fabrizio Pasqua, ad esempio, in attività fino all'anno scorso e ora in causa con la FIGC. Quando i giornalisti de Le Iene lo hanno contattato non ha potuto dichiarare altrimenti chiarendone i motivi, una serie di doveri da parte dei direttori di gara a fronte di ben poche tutele e privilegi:
"È un atto pubblico, non posso negarlo. Ritengo che il nostro contratto lavorativo, che è un Co.co.co., non abbiamo nessuna tutela, ma soltanto obblighi. Tra cui quello dell'allenamento, quello di fare le gare senza poter rifiutare, perché comunque il rifiuto non è una cosa ammessa. Credo che non sia più una cosa da libero professionista".