11 Feb, 2024 - 10:24

Michele Misseri è tornato in libertà: fu condannato per la soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi

Michele Misseri è tornato in libertà: fu condannato per la soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi

Michele Misseri è tornato in libertà: nel 2017 fu condannato in via definitiva a 8 anni di carcere per la soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi, uccisa - secondo i giudici - dalla moglie e dalla figlia. Per l'occasione il comune di Avetrana ha disposto il divieto di sosta e di transito veicolare in via Deledda, dove si trova la villetta in cui 14 anni fa si consumò l'omicidio.

Michele Misseri è tornato in libertà: dal carcere di Lecce alla casa di famiglia ad Avetrana

L'uomo, 69 anni, ha lasciato il carcere di Borgo San Nicola, a Lecce, accompagnato dal suo legale, l'avvocato Luca La Tanza. Nel farlo ha evitato i giornalisti che si erano assiepati fuori dal cancello principale della struttura sperando in delle sue dichiarazioni.

È probabile che si diriga ora verso la villetta in cui il 26 agosto del 2010 si consumò l'omicidio della nipote Sarah Scazzi, in via Deledda, ad Avetrana. Omicidio che continua ad imputarsi, sostenendo che la moglie e la figlia - condannate in via definitiva all'ergastolo - siano, in realtà, innocenti.

Nel 2017 fu riconosciuto colpevole della sola soppressione del cadavere della 15enne, gettata in un pozzo delle campagne tarantine dopo essere stata strangolata con una cintura. Grazie alla buona condotta e al decreto "svuotacarceri" ha potuto beneficiare di più di un anno di sconto di pena.

Chi ha ucciso Sarah Scazzi? Nonostante le condanne Michele Misseri continua ad accusarsi

"Io non volevo uscire perché non è giusto, sono il colpevole", ha ribadito rispondendo alle domande recapitategli in carcere poco prima dell'uscita da La Stampa. E ha aggiunto:

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Penso continuamente a cosa ho fatto a quell’angelo biondo. Ma anche a mia moglie e mia figlia che non hanno fatto nulla a Sarah, le volevano bene e sono state condannate per il sogno del fioraio.

Il riferimento è all'uomo di Avetrana che nelle settimane successive all'omicidio di Sarah Scazzi raccontò agli inquirenti di aver assistito al sequestro della 15enne da parte della zia Cosima Serrano e della cugina Sabrina Misseri, salvo poi tornare sui suoi passi e ritrattare, riferendo di aver soltanto raccontato una scena che aveva sognato. Una testimonianza chiave, che permise agli inquirenti di incastrare le due donne, già gravemente indiziate. Ma che, secondo Misseri, non era attendibile.

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Io ricordo tutto, ero arrabbiato perché il trattore non andava e quando ho visto Sarah in garage le ho detto di andarsene, non capivo cosa volesse. Così la ho presa di spalle e la ho sollevata di peso e lei mi ha dato un calcio nei testicoli. Ho provato tanto dolore e mi è venuto il calore alla testa, così ho preso un pezzo di corda che era sul parafango del trattore e… Mi hanno portato a dire cose che non volevo perché sono ignorante e mi hanno fatto passare da innocente, e mia moglie per una che mi comandava e che mi faceva mangiare gli avanzi,

scrive ancora. L'opinione generale è che abbia sempre tentato di proteggere la moglie e la figlia accusandosi di fatti che non aveva commesso, come quando, a circa un mese di distanza dall'omicidio, sostenne di aver ucciso la nipote e di averne abusato quando era già morta per poi disfarsi del cadavere, dipingendosi come un mostro.

La nuova vita dopo il carcere

I tre gradi di giudizio sono arrivati alla conclusione che furono le donne della sua vita a commettere il delitto, strangolando la ragazzina perché Sabrina - con cui usciva spesso nonostante la differenza d'età (lei aveva 22 anni, Sarah 15) - si era ingelosita del legame che aveva stretto con Ivano Russo, di cui lei si era innamorata.

Michele Misseri entrò in scena solo dopo, disfacendosi del cadavere. In carcere, oltre ad aver conseguito la licenza media, ha svolto volontariato per la Caritas e frequentato un corso di falegnameria, prendendo il massimo dei voti. Ora che è tornato in libertà, potrà ricominciare a lavorare la sua terra (sembra che ad Avetrana, anzi, qualcuno gli abbia già offerto impiego in un'azienda agricola). Ma potrà anche rivedere la figlia Valentina e il genero.

Ci si chiede anche se non deciderà di chiedere perdono ai familiari di Sarah, che a 14 anni dai fatti ancora lo aspettano. Così come aspettano che lui, la moglie e la figlia decidano di rivelare dettagli ancora non emersi sulla storia della 15enne.

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Sara D'Aversa
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