Campione d'Italia, campione d'Europa e campione del mondo. Giovanni Galli nella sua carriera ha vinto di tutto indossando soprattutto la maglia del Milan, ma anche quella della Nazionale italiana. Considerato uno dei migliori portieri italiani degli anni 80, tra i pali ha scritto una pagina importante di storia di questo sport. Cresciuto nelle giovanili della Fiorenitna, con la viola si è fatto valere e ha fatto l'esperienza più lunga del suo percorso, diventando un'icona per i tifosi gigliati. Poi i rossoneri e nel 1990 la scelta di passare al Napoli. Si è fatto valere, ha fatto la differenza e ha lasciato un'impronta importante in ognuna delle sue esperienze. Per commentare il ribaltone azzurro, con l'esonero di Mazzarri e l'arrivo di Calzona, e il match di Champions, Napoli-Barcellona, Galli è intervenuto in esclusiva a Tag24.
L'esordio in quello stadio che lui conosce bene: Francesco Calzona è pronto a fare il suo ingresso al Maradona, di nuovo, ma stavolta da titolare di quella panchina su cui si è già seduto, con Sarri prima e con Spalletti poi. Ventiquattro ore e un solo allenamento non possono di certo essere bastate al nuovo mister per far comprendere alla squadra la sua idea di gioco, ma resta il fatto che non c'è più tempo da perdere. In Champions League non c'è modo di sbagliare e contro il Barcellona, stasera, gli azzurri si giocano il tutto per tutto. Servirà un moto d'orgoglio, uno squillo da parte di quei ragazzi che nonostante tutto, hanno ancora cucito sul petto uno scudetto storico. Per commentare l'avvicendamento in panchina, l'esonero di Mazzarri e Napoli-Barcellona, Galli, che nella sua carriera ha vestito anche la maglia azzurra, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Giorni turbolenti in casa Napoli, con l'ennesimo cambiamento in panchina. Ti aspettavi una scelta del genere?
"Diciamo che più in generale questa è un'annata piuttosto turbolenta. La separazione da Spalletti non è stata superata e, come ho già detto in passato, sin dall'inizio non ho ritenuto Garcia l'allenatore giusto per prendere il suo posto e proseguire questo percorso. Purtroppo i fatti mi hanno dato ragione e poi il presidente ha fatto una scelta di conoscenza e di amicizia, virando su Mazzarri. Walter è un mio amico e lo stimo molto come professionista, ma ha un'altra cultura di calcio rispetto a quello che ha trovato. Ci voleva del tempo e servivano delle iniezioni di fiducia che non sono arrivate e inevitabilmente si è deciso per questa ulteriore separazione".
Cosa non ha funzionato e cosa può cambiare adesso?
"Devo dire la verità, la partita col Milan mi aveva dato buone speranze. Pensavo che Mazzarri stesse entrando nella testa dei giocatori, ma purtroppo la gara successiva, quella contro il Genoa è stata fatale e dopo quella brutta prestazione l'esonero è stato inevitabile. Adesso arriva un amico, Francesco, che ho avuto insieme a Sarri al Verona, loro erano insieme. Calzola ha idee, entusiasmo, conosce l'ambiente e credo che possa davvero fare bene. Mi aspetto che lui possa tornare su principi di calcio che sono più adatti al lavoro che è stato fatto negli ultimi anni da Sarri prima e da Spalletti poi. A questi giocatori basterà rinfrescare le nozioni e le idee e ritroveranno la qualità che hanno. Ci saranno anche rientri importanti, di giocatori che sono mancati finora. Ci sono tutti i presupposti affinché il Napoli possa tornare ad essere nella parte di classifica che gli compete".
Questa sera intanto il primo impegno contro il Barcellona. Ti aspetti una partita d'orgoglio?
"Sarebbe importante! Credo intanto che con Calzona rivedremo i moduli che più si addicono a questa squadra e quindi quei concetti che più si addicono a questa formazione. Nei minuti iniziali il Napoli dovrà leggere la partita. Sono convinto che il Barcellona non sia una squadra impossibile da affrontare in questo momento, perché è un lontano parente della corazzata che tutti conosciamo. Gode di attaccanti molto forti, ma prende anche un sacco di gol. Se gli azzurri dovessero ritrovare l'entusiasmo e le certezze che l'hanno sempre contraddistinti, supereranno l'imbarazzo di trovarsi di fronte al Barcellona. Una squadra che riempie la bocca, ma in campo ci vanno 11 uomini e non mi sembra che siano così tanto lontani da quelli del Napoli".
Parlavi di rientri importantissimi, quanto conta poter recuperare Osimhen?
"Moltissimo, perché oltre a essere un ottimo calciatore è un leader. Un attaccante che serve come il pane perché questa squadra, qualche difficoltà in fase offensiva, l'ha avuta e lo abbiamo visto sia con il Verona che con il Genoa. Magari il Napoli, da questo momento in poi, potrà ritrovare anche un po' di fortuna che non guasta mai".
Credi che De Laurentiis abbia già il nome dell'allenatore per la prossima stagione?
"Sinceramente penso di sì. Stimo molto Calzona, ma l'accordo fatto con il Napoli è particolare visto che ha mantenuto anche l'impegno con la Nazionale. Per lui può essere una chance per mettersi in mostra. Gli auguro di fare bene perché questo vorrebbe dire che gli si potrebbero aprire delle porte in Italia. Fino a questo momento non ha avuto le giuste opportunità e invece le meriterebbe".