"A fine carriera guadagno 80 mila euro all'anno, come tanti calciatori in un giorno". Con queste parole, l'illustre astrofisica Margherita Hack criticò nel 2010 la proposta di riforma dell'Università durante un convegno a Trieste. La sua critica riveste particolare importanza, considerando che la scienziata è membro di prestigiose società fisiche e astronomiche globali, contribuendo significativamente allo sviluppo dell'attività astronomica italiana.
Durante l'evento, Margherita Hack ha dichiarato pubblicamente che la prevista eliminazione del ricercatore a tempo indeterminato rappresenta una vera e propria "uccisione dell'università". Ha sottolineato il suo punto di vista evidenziando che, alla fine della carriera, guadagnava 80 mila euro all'anno, cifra comparabile a quanto guadagnano alcuni calciatori in un solo giorno.
Questa disparità, secondo la scienziata, è del tutto inaccettabile, definendola un atto di masochismo. Ha infine criticato il fenomeno dell'emigrazione dei ricercatori formati in Italia verso altri paesi, definendolo un segno di insensatezza.
Rispondendo alle domande degli studenti presenti, Hack ha suggerito che le università e i dipartimenti dovrebbero essere occupati come forma di protesta. Inoltre, ha consigliato a un ricercatore che ha deciso di trasferirsi in Germania di rimanere lì solo se si sente soddisfatto, sottolineando la necessità di offrire certezze in Italia.
La proposta avanzata dall'astrofisica riguarda la revisione del ruolo dei ricercatori universitari, proponendo un equilibrio tra insegnamento e ricerca, suggerendo magari una suddivisione temporale con un semestre dedicato all'insegnamento e uno alla ricerca.