Un campo di battaglia vero e proprio. In questo sembra essersi ormai trasformata Port-au-Prince, la capitale di Haiti, messa sotto assedio da bande criminali al punto da spingere gli Usa a evacuare la propria ambasciata. Una fuga avvenuta nella notte, grazie all'intervento dell'esercito americano.
Una missione militare in piena regola è quella che ha portato in salvo il personale non essenziale dall'ambasciata degli Stati Uniti ad Haiti.
L'operazione ha avuto luogo nella notte tra ieri e oggi, con un elicottero dell'esercito statunitense arrivato sul posto per portare in salvo gran parte degli uomini e delle donne impiegati nella sede diplomatica.
L'ambasciata, fanno sapere dagli Usa, continuerà a restare aperta e operativa ma con la sicurezza rafforzata dalla presenza di un contingente dei marines sul posto, necessario a causa dei tumulti che caratterizzano la situazione nella città caraibica.
La violenza appare inarrestabile nelle strade della capitale, ormai quasi completamente nelle mani delle bande armate che hanno scatenato il caos e terrorizzato i residenti da diversi giorni. Cittadini costretti a rintanarsi in casa per sfuggire alla brutalità dei criminali, mentre la crisi porta a carenze di beni di prima necessità e strutturali che rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione.
Una situazione drammatica che ha spinto le autorità statali a proclamare lo stato di emergenza fino al prossimo 3 aprile.
A scatenare il caos è stata la rivolta delle bande armate haitiane, decise a togliere di mezzo il Primo Ministro, Ariel Henry, succeduto ad interim dopo la morte di Jovenel Moise nel 2021.
Le elezioni presidenziali si sarebbero dovute svolgere lo scorso 7 febbraio ma Henry decise di rimandarle proprio per intervenire sul fronte della sicurezza interna. Decisione che, però, ha solo aggravato la situazione, con una recrudescenza degli attacchi esplosa proprio a seguito del suo provvedimento.
Pur non essendoci ancora una data, le nuove elezioni dovrebbero svolgersi a metà 2025.