Uno studio condotto dai ricercatori della Oxford University ha messo in luce come le barriere coralline possano fungere da vere e proprie "autostrade" per collegare anche le più remote isole delle Seychelles. Un collegamento che, secondo gli scienziati, può essere la chiave per fronteggiare i disastri dovuti alla crisi climatica.
È uscito sulla rivista "Scientific Reports" l'ultimo studio dei ricercatori della Oxford University, che ha per oggetto il recupero delle barriere coralline. Secondo gli scienziati, infatti, queste "autostrade" sarebbero in grado di collegare per migliaia di chilometri anche le isole più remote delle Seychelles.
Così esordisce April Burt, del Dipartimento di Biologia dell’Università di Oxford, della Fondazione delle Isole Seychelles e autrice principale dello studio. La ricercatrice, infatti, spiega che:
Gli scienziati hanno raccolto 19 campioni di corallo provenienti da siti diversi della barriera per analizzarne la composizione genetica. Il risultato della complessa operazione, condotta in collaborazione con il governo delle Seychelles, ha mostrato come le larve possano trasferirsi tra popolazioni diverse, attraverso le correnti oceaniche.
Questa scoperta, unita a modelli oceanografici, ha permesso ai ricercatori di simulare i percorsi delle larve di corallo. In questo modo, per esempio, le larve dell'atollo di Aldabra possono viaggiare per chilometri fino alle coste orientali dell'Africa.
Grazie alle correnti le larve potrebbero risalire ancora più a nord oppure, controcorrente, tornare verso le Seychelles:
Ha spiegato la dottoressa Burt, aiutata dal collega Noam Vogt-Vincent, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Oxford, ora presso l’Istituto di Biologia Marina delle Hawaii e capo della modellazione oceanografica:
Secondo le ricerche, quindi, si potrebbero individuare dei siti di riproduzione delle larve di corallo, prelevarne degli esemplari e impiantarle nelle aree marine protette o nei punti in cui è necessario ripristinare la barriera corallina.
Ha dichiarato Lindsay Turnbull, del Dipartimento di Biologia dell’Università di Oxford e autrice principale dello studio, aggiungendo che:
Gli scienziati sono concordi nell'ipotizzare che ristabilire la barriera corallina possa aiutare in qualche modo a combattere le violente mareggiate che hanno causato la morte di centinaia di persone. Questo è quanto affermano le dottoresse Joanna Smith e Helena Sims, di The Nature Conservancy: