Ancora guai per Donald Trump, stavolta a causa di una frase azzardata riferita agli ebrei. L'ex presidente, commentando la guerra in corso nella Striscia di Gaza e le tensioni tra il governo israeliano e l'amministrazione Biden sulla gestione del conflitto, ha detto senza mezzi termini che se un ebreo votasse per il Partito democratico vorrebbe dire che "odia Israele".
Inutile dire che sul tycoon sono piovute una serie di critiche.
La comunicazione politica contemporanea, fatta di slogan e frasi a effetto, può rischiare di sfuggire di mano.
Lo sa bene Donald Trump che, in una campagna elettorale per le Elezioni Presidenziali che si svolgeranno il prossimo novembre che lo vede costantemente all'attacco - per cercare di sviare l'opinione pubblica dai suoi numerosi problemi legali - 'inciampa' nuovamente in un'uscita decisamente spericolata.
Durante un'intervista nella quale gli è stato chiesto di commentare la guerra in corso nella Striscia di Gaza e le polemiche sollevate dall'amministrazione di Joe Biden sulle decisioni del premier israeliano Netanyahu, Trump ha dichiarato che "odiano Israele" e lo stesso varrebbe per gli ebrei che votassero per i dem.
Non si è fatta attendere, ovviamente, la replica dell'amministrazione Biden e del responsabile della campagna presidenziale del presidente in carica, con toni diversi ma entrambi risoluti nella condanna alle parole del tycoon.
Dalla Casa Bianca arriva, infatti, un invito alla moderazione e a non diffondere ulteriore odio che potrebbe minacciare l'incolumità dei cittadini, vista la gravità del periodo storico.
Decisamente più duro l'intervento di James Singer, portavoce della campagna elettorale di Biden, che attacca frontalmente Trump, citando altre sue esternazioni recenti e vergognose.
La frase citata da Singer fa riferimento all'ammirazione dell'ex presidente per Hitler, citata nel libro "The return of great powers", scritto dal conduttore della Cnn Jim Sciutto.
A prescindere da come la si pensi su Trump, Biden o anche sul conflitto in Medioriente, parole simili restano deplorevoli per un candidato alla guida di un Paese democratico. Sarebbe, dunque, preferibile che Trump tenesse maggiormente sotto controllo la sua lingua a volte davvero troppo lunga.