La massima pena prevista, con il ritorno allo stato laico, è stata inflitta al vescovo belga Roger Vangheluwe, riconosciuto colpevole di pedofilia e dimesso da Papa Francesco. Il vescovo di Bruges, oggi 87enne, ha ammesso, in particolare, di aver abusato di un suo nipote.
Alla fine, Papa Francesco ha deciso per rimuovere il vescovo della diocesi di Bruges dallo stato clericale. Una risoluzione arrivata oggi, 21 marzo 2024, nonostante il prelato si fosse già dimesso dalla guida della diocesi nell'aprile 2010 e i reati di cui era accusato - abusi sessuali su minori - fossero caduti in prescrizione.
Lo rende noto un comunicato della Nunziatura apostolica a Bruxelles, che riferisce come la condanna sia stata resa necessaria da nuovi, recenti sviluppi del caso, sufficientemente gravi da rendere necessario un riesame dello stesso da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede.
La documentazione, una volta esaminata, è stata sottoposta all'attenzione di Bergoglio, con annessa la proposta delle dimissioni da parte del Dicastero, sulla base dell'articolo 26 delle norme 'Sacramentorum sanctitatis tutela'. Proposta che il Papa ha accettato.
Una vicenda tragica, quella di Roger Vangheluwe. L'ennesima che vede al centro la vera e propria piaga della pedofilia nella Chiesa cattolica.
Sempre più inchieste fanno emergere come il problema sia sistemico e non isolato ad alcune 'mele marce'. Come quella sulla Chiesa di Spagna alla fine del 2023, che fece emergere più di 200mila casi di abusi su minori.
Nella nota diffusa dalla Nunziatura, Papa Francesco assicura nuovamente la propria vicinanza alle vittime dei preti pedofili e promette di continuare a impegnarsi "affinché questo flagello sia sradicato dalla Chiesa".
Per quanto riguarda l'ormai ex vescovo di Bruges, avrebbe fatto richiesta di isolarsi in un luogo di ritiro, dove tentare di espiare le proprie colpe attraverso preghiera e penitenza.