Un inizio di stagione col botto era bastato per far sognare i tifosi, che a un certo punto speravano davvero di poter mettere i bastoni tra le ruote all'Inter per lo scudetto. Nessuno però aveva previsto il crollo così vertiginoso della Juventus nella seconda parte dell'anno, che adesso rischia addirittura di doversi guardare le spalle per non mettere in dubbio la possibilità di tornare in Champions. Arrivare o meno nell'Europa che conta sarà la discriminante che deciderà anche il futuro del mister. Per commentare il momento di crisi della Juventus e il futuro di Allegri, Marocchino, che nella sua carriera ha vestito la maglia bianconera dal 1979 al 1983, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Sono giorni di riflessione in casa Juventus. Il percorso fatto nell'ultimo periodo da parte della squadra è insufficiente e i numeri bastano da soli a spiegare il momento complicato. 7 punti nelle ultime 8 giornate e una media da retrocessione non si vedevano da una vita. La sosta per le Nazionali ora dovrà servire al mister per lavorare a lungo con la squadra, ricercando serenità e fiducia, dell'uno nei confronti dell'altro. Al momento infatti il gruppo sembra spaccato, i reparti non dialogano e in campo si vede. E un'attenza valutazione pesa anche sulla testa del tecnico. Allegri gode di un altro anno di contratto, ma solo blindando la Champions e riprogrammando il futuro si potrà pensare di andare avanti insieme. Per commentare la crisi della Juventus e la posizione di Allegri, Marocchino, che nella sua carriera ha vestito la maglia bianconera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Che tipo di spiegazione ti sei dato, ammesso che ce ne sia una, rispetto alla crisi che sta vivendo la Juventus? La media punti degli ultimi due mesi è drammatica.
"E' spiegabile come può essere spiegabile uno che deve fare la maratona e parte spedito, sapendo di non essere favorito e con la consapevolezza di avere almeno 4 o 5 atleti più forti di lui. La Juventus ha iniziato forte, e adesso deve sperare di poter mantenere quel vantaggio fino alla fine. Io ritengo, da sempre, che il potenziale di questa squadra sia da quinto o sesto posto e per questo i risultati dell'ultimo periodo non mi sorprendono".
Si è rotto qualcosa all'interno dello spogliatoio? In campo sembrano tanti singoli messi insieme piuttosto che una squadra e il rapporto tra Vlahovic e Chiesa ne è l'esempio...
"Chiesa e Vlahovic sono due calciatori con caratteristiche particolari che probabilmente non parlano la stessa lingua calcistica. Hanno un modo di vedere il calcio differente e si collegano con i compagni in modo opposto. Credo tra di loro ci siano delle difficoltà che dipendono proprio dalle loro caratteristiche. Per quel che riguarda l'ambiente in generale invece, mi sembra una famiglia all'interno della quale si è discusso e per sistemare le cose ci vuole sempre del tempo. La Juventus ha ottenuto di più di quello che valeva nel girone d'andata e adesso tutti i nodi sono venuti al pettine".
Quando le cose cominciano a girare male ovviamente subentra anche un aspetto psicologico importante. Adesso la Juventus si deve guardare le spalle?
"Sicuramente, ma questo ci riporta subito all'esempio della maratona. Quando corri puoi guardare a chi è davanti, ma devi avere sempre un occhio molto aperto anche su coloro che hai dietro. Gli altri possono fregarti in un istante e non è facile per la Juventus adesso riprendersi. Si tratta di un gioco collettivo ma ora Allegri deve far combaciare tutte le teste. Ci vuole un pizzico di fortuna, come i bianconeri hanno già avuto all'inizio della stagione. Questo gruppo ha fatto diversi punti al 92° al 93° su palle inattive o sugli sviluppi di calcio d'angolo. Ci vorrebbe che girasse un po' bene anche questo, a prescindere dal gioco".
Dopo la sosta c'è la Lazio, prima in campionato e poi in Coppa Italia. Il trofeo potrebbe essere un salva stagione?
"Si, ma lo sarebbe per entrambe. La Juventus non può permettersi più di perdere punti e dovrà vivere ogni partita come fosse da dentro o fuori. Probabilmente dovrebbe tornare a giocare un po' meno bene, ma ad ottenere risultati. Paradossalmente quando gli si contestava il gioco e Vlahovic era più in difficoltà, segnava di più e i bianconeri vincevano. Quelle con la Lazio saranno due gare impegnative e forse la Juventus ora ha qualcosa in più da perdere".
Allegri ha un altro anno di contratto e le critiche nei suoi confronti non mancano. Ciclo finito oppure si andrà ancora avanti insieme?
"Penso che la questione economica e quella tecnica vadano di pari passo. Cambiare il mister con tutto il suo staff forse costerebbe troppo alla Juventus. Chissà che non si decida invece di andare avanti da separati in casa, senza farsi male a vicenda. Va detto però che si dovrebbe dare ad Allegri anche una squadra dal valore diverso rispetto a quella che ha in questo momento a disposizione. Sinceramente non credo che la rosa attuale sia all'altezza e di sicuro non è da primi tre posti. I tre centrocampisti dell'Atalanta sarebbero tutti i titolari nella Juventus e probabilmente lo sarebbe anche Lookman. Lo stesso discorso si potrebbe fare se si parla anche della Roma. Pellegrini, Dybala ed El Shaarawy la Juve non ce li ha".
Per quel che ti riguarda hai ancora fiducia nei confronti di Allegri?
"Ho abbastanza fiducia, ma molto dipende dalla possibilità di comprare. Non tutti hanno la disponibilità economica per comprare vestiti belli e di marca, ma si possono fare scelte interessanti anche nel mercato di seconda mano, che ti consentano di fare bella figura lo stesso. Allegri deve studiare qualcosa per rinverdire questa squadra e ritrovare entusiasmo. Poi è chiaro che i calciatori restano molto individualisti perché ognuno si arrabbia solo per se stesso, senza rapportarsi con il resto della squadra".