Il procuratore della FIGC Giuseppe Chiné si è trovato molto impegnato nell'ultima settimana. Se il pallone rotola solo per le nazionali, nella Procura della FIGC si aprono faldoni e si ascoltano testimoni per capire come e chi abbia diffuso il video che ritrae una ex dipendente della Roma in atteggiamenti sessuali espliciti insieme ad un suo collega.
Oggi 26 marzo è toccato a Vito Scala: l'audizione dell'ex preparatore atletico della Roma e di Francesco Totti è stato ascoltato per un'ora da Chiné. Al procuratore ora manca solo parlare con il calciatore della primavera giallorossa che aveva per primo avuto accesso al video.
Il clamore sul video hard che dagli uffici di Trigoria è poi arrivato ai media si è di molto attenuato, ma il lavoro degli ispettori di via Allegri sono continuati con costanza e precisione. Se oggi ci sono molte discussioni sull'assoluzione di Francesco Acerbi per il presunto caso di razzismo contro il calciatore del Napoli Juan Jesus, il procuratore della FIGC Giuseppe Chiné ha quasi terminato di ascoltare tutte le persone coinvolte nel caso del video hard della Roma.
Dopo i due dipendenti licenziati, oggi 26 marzo è toccato a Vito Scala. L'attuale collaboratore della Roma (che si occupa della foresteria a Trigoria), e prima ancora preparatore atletico per diverso tempo dei giallorossi, è arrivato negli uffici di Chiné intorno alle 14. Era accompagnato dall'avvocato della Roma Antonio Conte e la sua audizione è durata un'ora circa.
Non è noto il contenuto dell'incontro fra Scala e Chiné, ma si presume che abbia avuto come centro il capire come un determinato video possa essersi diffuso pubblicamente. Ciò, secondo la dirigenza romanista, ha creato un grave e destabilizzante danno d'immagine, rendendo difficile la sua posizione.
Va tenuto in conto che la società giallorossa ha cercato di spiegare come non fosse opportuno che nel video due dipendenti parlassero in certi termini dell'ambiente lavorativo interno a Trigoria, così come non fosse auspicabile che la squadra Primavera venisse coinvolta in quella situazione. Dalla Roma sono sicuri che il licenziamento della dipendente non sia dovuto ad un caso di sessismo.
In una nota diffusa dalla Roma si legge:
Come detto, Chiné ha già ascoltato i due dipendenti licenziati, ma anche Lorenzo Vitali, autore e firmatario della lettera di licenziamento della dipendente giallorossa. Manca il calciatore che, all'epoca minorenne, ha diffuso il video hard prelevandolo senza il permesso della proprietaria del telefono (addetta alla foresteria giallorossa per una società interinale) e poi passandolo ai compagni di squadra.
Se il procuratore della FIGC accusasse la Roma di aver violato l'articolo 6 del codice sportivo (responsabilità oggettiva), potrebbero aprirsi scenari di multe a carico della società giallorossa, mentre al calciatore potrebbe venir contestata la violazione dell'articolo 4 ("lealtà, correttezza e probità"): il rischio è una multa o squalifica.