Il Ministro dello Sport Andrea Abodi è intervenuto sul 'Caso Acerbi' in occasione della sigla per il protocollo tra Sport e Salute per poi commentare anche la decisione del Napoli riguardo le patch sul razzismo.
A margine dell'incontro con Mezzaroma, Molineris e Fedriga, Abodi è tornato sulla vicenda di Acerbi augurandogli pace per la sua coscienza, in seguito rispetto alla decisione del Napoli di togliere la patch sul razzismo ha espresso la necessità di uno sforzo comune.
Il Ministro dello Sport, infatti, ha avuto l'occasione di esporsi in seguito alla sigla per il protocollo tra Sport e Salute e la Conferenza avvenuta tra le Regioni e le Province autonome sullo sviluppo del sistema nazionale per il censimento degli impianti sportivi.
Argomenti delicati che hanno richiesto la presenza di persone come Abodi, ma anche rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato di Sport e Salute, Mezzaroma e Molineris, oltre il Presidente della Conferenza Fedriga.
Il Ministro torna sul caso ed esprime una posizione contraria al razzismo e tutto ciò che lo riguarda. Non solo, Abodi usa parole di speranza riguardo la Procura e sul suo lavoro, mentre per il diretto interessato Acerbi una pace interiore:
In seguito interviene anche sulla questione delle patch "Keep Racism Out" che si trovano solitamente sulla manica della maglia di gioco. Una campagna che è stata riproposta dalla Serie A nelle ultime giornate di campionato.
A posteriori della decisione riguardo il caso tra Acerbi e Juan Jesus il Napoli ha presentato la nuova maglia che indosserà contro l'Atalanta nel prossimo match, ma che per decisione della società non avrà la patch.
Una conclusione che ha procurato un senso di comprensione da parte del Ministro dello Sport, soprattutto per l'amarezza espressa dal difensore azzurro, ma che invita a sottolineare l'importanza della compattezza e di unione tra le parti:
"Comprendo l'amarezza, partendo dal rispetto nei confronti di Juan Jesus, però ritengo che bisogna fare uno sforzo per rimanere tutti insieme a contrastare un fenomeno che non si può contrastare disarticolati e che anche in una situazione come questa ha bisogno di compattezza. La sentenza sul caso è chiara? Esprimere un parere da parte mia è sempre inappropriato sul tema tecnico. Io ho espresso due pareri di principio e poi ognuno legge una sentenza per come vuole leggerla o per gli strumenti culturali che ha.
D'altro canto una sentenza è il frutto delle valutazioni di ciò che è stato riportato. E in altre sentenze il dispositivo tecnico non ha avuto bisogno di prove certe per giungere a una condanna. Non è un caso che io abbia detto ‘mi auguro che le informazioni e la documentazione messa a disposizione di chi ha giudicato sia stata effettivamente esaustiva’. Ma il dato principale rimane quello della responsabilità individuale".
Le parole di Abodi, dunque, resta fedeli alle decisioni prese dalla Procura e da chi ha approfondito il caso perché chiamato ad analizzare i fatti. Una posizione che, però, è supportata dalla comprensione di una situazione complicata da leggere e valutare.
Resta la speranza di una coscienza pulita per Acerbi, che è risultato innocente sulla questione, e della necessità di maggiore unione in seguito al riscontro e alla decisione presa sul caso, anche e soprattutto da parte del Napoli.