Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto nel programma 'Quarta repubblica' su Rete 4, insiste nel non voler trasformare la vicenda di Ilaria Salis in un caso politico poiché, ritiene, che la cittadina italiana abbia solo da perdere da un simile scontro tra Italia e Ungheria. E sull'Ucraina predica calma di fronte alle minacce di Putin.
Antonio Tajani ripete come un mantra la posizione sua e di tutto il governo sul caso di Ilaria Salis, la maestra di Monza detenuta in condizioni vergognose in un carcere ungherese con l'accusa di aver aggredito due manifestanti durante un raduno neofascista a Budapest.
Lo fa intervenendo a 'Qarta repubblica' su Rete 4.
L'idea del ministro dell'Interno e vicepremier è che la politicizzazione del caso possa rappresentare un ostacolo alle chance di chiudere positivamente la vicenda. Con questa argomentazione, il vicepremier difende anche l'operato suo e dell'esecutivo, nonostante le parole durissime del padre della donna subito dopo la negazione dei domiciliari da parte del giudice ungherese.
Tajani se la prende, in particolare, con gli esponenti delle opposizioni che, dopo aver ventilato l'ipotesi di una candidatura per la Salis alle Europee, si sono presentati in aula a Budapest. Un gesto che Tajani definisce un grave errore:
Il capo della diplomazia italiana predica prudenza di fronte ad accuse che definisce "pesanti" e sottolinea come il rifiuto di politicizzare il caso sia dovuto soprattutto al fatto che è l'Ungheria ad avere "il coltello dalla parte del manico".
Inevitabilmente, il ministro degli Esteri viene sollecitato anche sul difficile panorama internazionale, a partire dalla situazione in Medioriente.
Tajani parla di "alta tensione" scatenata dal raid israeliano avvenuto oggi contro il consolato iraniano a Damasco, che ha ucciso un comandante dei Pasdaran. La preoccupazione principale del titolare della Farnesina fa riferimento soprattutto alla reazione a catena che potrebbe scatenarsi dopo l'attacco.
Sull'Ucraina, il vicepremier predica prudenza, rispondendo anche al primo ministro polacco, Donald Tusk, che ha paventato il rischio di una guerra imminente a causa delle azioni di Mosca.
Per Tajani, infatti, le minacce di Vladimir Putin sono da leggere come una mossa propagandisitca per rinsaldare l’opinione pubblica dopo l’attentato al Crocus City Hall di Mosca.