È sempre più caos nelle carceri italiane. I disagi si moltiplicano e, con essi, anche gli episodi di violenza. Stavolta è la città di Avellino a fare da sfondo a una vera e propria aggressione da parte di alcuni detenuti del carcere contro il cappellano della struttura. Nello scontro è rimasta ferita anche un'ispettrice della Polizia penitenziaria.
Ancora violenza in un istituto penitenziario italiano, ennesima conferma di una pentola sempre più in ebollizione.
Un dramma certificato dai numerosi casi di suicidio all'interno degli istituti di pena italiani, arrivati a 32 nel solo 2024, con la morte del detenuto tossicodipendente avvenuta ieri a Cagliari.
In questo caso, il disagio per condizioni di vita ben al di sotto di qualsiasi soglia di dignità o civiltà ha portato alcuni detenuti della Sezione Transito ad aggredire il parroco della prigione. Coinvolta nello scontro anche un'ispettrice della Polizia penitenziaria, intervenuta per difendere padre Christian - questo il nome del religioso - dai suoi aggressori.
Per la donna è stato necessario il ricovero al Pronto soccorso dell'ospedale 'Moscati' di Avellino.
A lei va il pensiero di Orlando Scocca, coordinatore regionale per la Campania Fp Cgil Polizia Penitenziaria, che in un comunicato le augura a nome di tutto il sindacato "una pronta guarigione".
La nota, poi, prosegue segnalando la situazione di estrema criticità in cui versa la struttura, tra sovraffollamento e condizioni lavorative indecenti, causa principale di fatti drammatici come quello accaduto nella giornata di oggi.
Alle sue parole fanno eco quelle del coordinatore nazionale Mirko Manna che allarga il discorso andando al piano nazionale:
Problemi già evidenziati in passato ma mai risolti, dunque. E, soprattutto, disagi comuni a gran parte degli istituti penitenziari italiani, come raccontano le cronache ormai quasi quotidiane.
Un sistema che non funziona, di cui stanno pagando le conseguenze peggiori coloro che lo vivono ogni giorno, siano essi detenuti suicidi o agenti feriti e aggrediti.