04 Apr, 2024 - 09:44

Amazon: licenziamenti in massa nella sezione Cloud Computing

Amazon: licenziamenti in massa nella sezione Cloud Computing

Dopo Microsoft e PlayStation proseguono i licenziamenti nel settore tecnologico. Questa volta è il colosso Amazon ad annunciare un massivo taglio del personale della sezione "Cloud Computing".

Amazon: licenziamenti in massa nella sezione Cloud Computing: cosa è successo

Secondo l'ultimo rapporto finanziario della società, Amazon Web Service continua a crescere esponenzialmente e rappresenta attualmente il 14% delle entrate totali dell'azienda. I tagli al personale sono più di cento, divisi in vari dipartimenti: reparto vendite, marketing, servizi globali e team tecnologico presente nei negozi fisici.

Come dichiarato da un portavoce Amazon per BBC, l'obiettivo del brand è "continua ad investire, assumere ed ottimizzare le risorse" ed è al momento al lavoro per aiutare gli ex dipendenti a tornare al lavoro con nuove professioni.

I dipendenti residenti negli USA, riceveranno retribuzione e benefici per almeno 60 giorni, supporto nella ricerca di un nuovo lavoro, accesso a benefit sanitari transitori e al trattamento di fine rapporto.

Amazon: tagli anche nelle filiali Twitch, Prime Video e MGM

Sempre a gennaio di quest'anno, Amazon ha effettuato numerosi tagli nelle sezioni cinematografiche, televisive e tecnologiche di proprietà dell'azienda. Si stima che Amazon abbia tagliato fino ad ora più di 27.000 posti negli Stati Uniti a seguito dei problemi riscontrati durante la pandemia.

È stato il vicepresidente senior di Prime Video e Amazon MGM Studios, Mike Hopkins a spiegare le motivazioni dei licenziamenti: 

"Abbiamo identificato opportunità per ridurre o interrompere gli investimenti in determinate aree, aumentando al contempo i nostri investimenti e concentrandoci su iniziative di contenuti e prodotti che offrono il maggiore impatto"

Secondo un rapporto pubblicato negli ultimi mesi, la sezione Twitch della società ha licenziato più di 500 dipendenti, ovvero il 35% della loro forza lavoro.

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Antonio Preziosi
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