L'obiettivo di questa stagione è sempre stato chiaro: conquistare la seconda stella e vincere il ventesimo scudetto della storia nerazzurra. L'Inter di Inzaghi non ha ancora la certezza matematica e non può ancora festeggiare, ma il tricolore ormai è a un passo. 79 punti conquistati finora e altri 24 in palio in 8 giornate di campionato. L'Inter non guarda solo allo scudetto, ma pensa anche di poter sfondare quota 100. Vincerle tutte è possibile, ma non semplice e si prospetta ostica anche la sfida di domani, contro la squadra di Cioffi. Per commentare il presente e il futuro del club, partendo da Udinese-Inter, Alessandro Scanziani, ex calciatore che ha vestito la maglia interista nel corso della sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Sarà il match tra Udinese e Inter a chiudere la trentunesima giornata di campionato, domani sera alle 20.45. I nerazzurri sono ormai a un passo dal festeggiare il ventesimo scudetto della storia, ma per la matematica bisognerà ancora aspettare un po' di tempo e soprattutto continuare a conquistare punti importanti. Un traguardo che Inzaghi non ha ancora mai raggiunto, nel corso della sua carriera da allenatore e che aveva messo nel mirino sin dal suo arrivo a Milano. Il vuoto fatto dietro consente al club di Zhang di affrontare ogni partita con assoluta serenità, ma nonostante tutto, il Milan non vuole mollare la presa e domani contro i nerazzurri sarà fondamentale vincere. Per commentare il presente e il futuro del club, partendo da Udinese-Inter, Alessandro Scanziani, ex calciatore che ha vestito la maglia interista nel corso della sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Quali insidie nasconde il match di domani contro l'Udinese?
"Sotto il profilo tecnico credo non ci sia paragone, l'Inter è senza alcun dubbio più forte, ma il problema potrebbe essere quello atletico. Se guardiamo all'Udinese, uomo per uomo, il più piccolino è alto 1.90 e questo potrebbe fare la differenza. I nerazzurri dovranno stare molto attenti sulle palle inattive, sia quelle a favore che quelle contro. Poi però il calcio si gioca anche palla a terra, sul pressing e sui dribbling, e sotto questo aspetto la squadra di Inzaghi non ha rivali. La classifica parla chiaro e la qualità è evidente. È chiaro però che ogni partita va giocata sempre al massimo e tutti dovranno dare il 100%".
Il ventesimo scudetto della storia è ormai a un passo. Arrivati a questo punto ti aspetti che Inzaghi possa già fare delle prove in vista della prossima stagione?
"Credo che finché non ci sarà la matematica certezza bisognerà cercare di vincerle tutte. Inzaghi schiererà sempre quelli più bravi, che stanno meglio sia dal punto di vista fisico che mentale. Dopo aver vinto il campionato, invece, si potrà fare anche qualche esperimento. Io sono sempre un amante del calcio vecchio stampo e devo ammettere che mi piacerebbe molto poter vedere qualcuno della Primavera inserirsi in questa rosa. Magari si potrebbe scovare qualcuno di interessante che potrebbe poi dare una buona mano in futuro".
Quando si arriva a una situazione del genere, nella testa dei giocatori subentra anche l'obiettivo di battere i record di punti?
"Sinceramente non saprei, non mi sono mai trovato in una condizione simile e faccio fatica ad esprimermi. Vedremo con quante partite di vantaggio l'Inter riuscirà a vincere lo scudetto. Quel che è fondamentale è la personalità dei giocatori, che vogliono dare sempre il 100%, in qualunque partita il mister li faccia giocare. Penso che i 100 punti siano un obiettivo raggiungibile, perché questa è una squadra che ha tanti giocatori straordinari, anche dal punto di vista umano, oltre che sportivo. Mi sembra un bel gruppo, molto attaccato alla maglia. Presumo che vogliano vincerle tutte da qui alla fine della stagione. Anche perché questi risultati fanno parlare anche a livello internazionale. Spero che da questo momento in poi possa aprirsi un ciclo in campionato".
Secondo te Inzaghi è già uno degli allenatori più forti a livello europeo oppure è ancora troppo presto?
"Difficile dare un giudizio dall'esterno. Inzaghi sta facendo molto bene, ma aveva già fatto vedere di avere qualità anche prima di arrivare all'Inter. Vorrei vederlo e seguirlo anche negli allenamenti per dare un giudizio. Solo così si potrebbe capire del tutto la sua qualità, altrimenti rischia di essere solo una valutazione superficiale. In Italia funziona sempre così, se si perde è colpa dell'allenatore e se si vince è merito dei giocatori, ma non è così. Purtroppo raramente accade che l'allenatore possa decidere anche sul mercato chi acquistare e anche questo fa la differenza. Imporsi non è facile, serve grande personalità. Solitamente invece è il club che compra e l'allenatore deve cercare di tirare fuori il massimo da ogni singolo giocatore e lui lo sta facendo. Anche le sconfitte e i passi falsi fanno parte del gioco".