"Donnacce" debutta al Teatro Manzoni di Roma, un palco storico della capitale. Lo spettacolo, con un cast che vanta presenze del calibro di Fioretta Mari, Patrizia Pellegrino e Blas Roca Rey, va in scena giovedì 25 aprile 2024 e resterà in cartellone fino al prossimo 12 maggio.
Dal testo di Gianni Clementi, Luca Pizzurro, il regista di "Donnacce", coglie l'occasione per scavare dentro l'animo umano, andando oltre le apparenze, grazie alla storia dei protagonisti. Un racconto che conquisterà il pubblico in sala, tenendolo incollato alle poltrone, per scoprire quali segreti si nascondono nelle vite di due donne di malaffare, ormai in pensione, e di un misterioso uomo importante.
Tag24 ha intervistato Luca Pizzurro, regista di "Donnacce" e direttore artistico del Teatro di Mostacciano e del Teatro del Torrino di Roma, due realtà attive nel cuore della periferia a sud della capitale.
La trama dello spettacolo realizzato sul testo di Gianni Clementi, narra le avventurose vicende di due donne di mezza età - o meglio due "donnacce" - Tullia, detta "Sofia Loren" e Tindara "Occhibeddi", prostitute ormai in pensione. Dopo aver dedicato una vita al piacere, le signore condividono un appartamento nella periferia di Roma, impegnate a fronteggiare varie peripezie legate alla crisi economica.
Il mercato - quello del mestiere più antico del mondo - è colmo di ragazze dalla bellezza esotica, provenienti dall'Est Europa, dal Sudamerica. Così le protagoniste decidono di prendersi una vacanza e partire per l'Egitto.
Tutto sembra filare liscio fin quando, mentre stanno terminando di sistemare le valige, un misterioso uomo precipita sul balcone di casa loro. Piovuto dall'appartamento del piano di sopra, dove un transessuale è solito accogliere i suoi clienti, l'inatteso ospite è senza vestiti.
L'uomo - che in realtà è un importante politico, un personaggio molto in vista nella società - chiede aiuto alle donne, offrendo loro in cambio una generosa cifra di denaro. Nasce così tutta una serie di equivoci e momenti di tensione. Cosa succederà dopo questo colpo di scena?
Ecco tutte le date dello spettacolo:
D: Perché ha scelto di potare sul palco "Donnacce"?
R: E’ una storia che io ho scelto, che parte dal testo - per me elemento fondamentale, quando lavoro parto sempre da qui - di Gianni Clementi, un mio carissimo amico, un autore che stimo molto. Ciò che più mi ha catturato di questa vicenda è il fatto che presenti un ribaltamento totale di ruoli e di preconcetti.
Pregiudizi per cui le prostitute, viste dalla società come poco di buono, in realtà nel corso dello spettacolo diventano persone estremamente dolci, affabili, pure e pulite. Soprattutto se in paragone con il protagonista, il noto uomo politico interpretato da Blas Roca Rey, che dovrebbe incarnare l’onestà, la trasparenza.
Un personaggio di spicco, che va in televisione, stimato da tutti e invece è un disgraziato pazzesco. Nel corso dello spettacolo si ribalta completamente la visione dei personaggi. Il pubblico così è spinto ad andare oltre le mere apparenze e a scandagliare quella che è poi la realtà dei fatti.
Il cast mi ha aiutato molto nel puntare i riflettori su questo tema: dalla fantastica Patrizia Pellegrino, addentrata nel progetto del Teatro Manzoni, Fioretta Mari, una grande attrice teatrale, una fuoriclasse. E poi c'è Blas Roca Rey, il protagonista maschile, un professionista bravissimo, estremamente capace e calzante nel ruolo.
D: Dopo il complicato periodo che ha attraversato il mondo dello spettacolo, soprattutto in seguito alla pandemia, dove il cinema e il teatro hanno subito dei danni di enorme identità, la ripresa del settore è davvero ufficiale? Il teatro si sta riprendendo? La gente è tornata in sala ad assistere agli spettacoli?
R: La ripresa c’è ed è forte. Patrizia Pellegrino poi è molto presente sui social, quindi ci sono ottime previsioni. La presenza di attori noti ai palchi del teatro e molto amati fa ben sperare. Una combinazione che porta a buoni pronostici.
Io gestisco due teatri e posso parlare di quello che è la mia esperienza, oltre a quella del Manzoni, che ha una programmazione con nomi importanti, oltre al fatto che è un’istituzione storica.
Un altro riscontro positivo che noto ultimamente è che, il pubblico ora decide di andare a teatro non basando la sua scelta soltanto sul nome degli attori presenti in cartellone, ma comincia a valutare i progetti.
Ci sono tante compagnie con giovani talenti, molto preparati, che portano a casa numeri importanti e questo è il dato più importante. Dalla pandemia in poi, dopo lo stop che abbiamo avuto nel settore, c’è stato come un risveglio da parte del pubblico. La gente ora sceglie e, oserei dire, sceglie meglio, con più consapevolezza.