La Roma vince anche a Udine e sfrutta alla grande i 18 minuti finali, più recupero che erano rimasti. La gara era stata interrotta per il malore di N'Dicka e ieri i giallorossi sono tornati in friuli per completare l'opera. 3 punti pesantissimi, grazie ai quali la squadra di De Rossi stacca l'Atalanta (che ancora deve recuperare il match con la Fiorentina), di 4 punti e vola verso la conquista di una posizione in Champions. Al termine dell'anno mancano ancora 5 giornate e tutto può succedere, ma ora in casa Roma si respira entusiasmo. Ed è proprio da questa carica che dovranno ripartire i capitolini domenica contro il Napoli e poi nella semifinale di Europa League contro il Bayer Leverkusen. Per commentare il momento, ripartendo da Udinese-Roma, Blas Roca Rey, attore di teatro, cinema e tv e da sempre grande tifoso romanista, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Un gol all'ultimo secondo dei 18 minuti più recupero che la Roma è andata a giocarsi a Udine, ha fatto esplodere di gioia tutti i tifosi giallorossi. Uno scorcio di partita, difficile anche da preparare, deciso dal colpo di testa di Bryan Cristante sugli sviluppi dell'ultimo calcio d'angolo lancia la Roma, quasi in solitaria, al quinto posto di classifica. De Rossi sa bene che non c'è ancora niente di deciso e che nelle 5 giornate che restano, la sua squadra si dovrà giocare il tutto per tutto guardandosi le spalle, considerando anche la semifinale di Europa League. Per commentare il momento dei giallorossi, il finale di stagione, il prossimo impegno con il Napoli, ripartendo da Udinese-Roma, Blas Roca Rey, attore di teatro, cinema e tv e da sempre grande tifoso romanista, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Vittoria in extremis con l'Udinese, che certifica che la Roma è praticamente in Champions?
"Assolutamente no, questa vittoria non certifica ancora nulla, se non la bellezza di questo sport. Il gol è arrivato oltre l'ultimo istante e ha fatto esplodere di gioia una tifoseria intera. Quella di ieri contro l'Udinese era una partita marziana, a cui nessuno di noi è mai stato abituato, tanto è vero che anche De Rossi ha ammesso che non sapeva come prepararla, ma alla fine è stato bravissimo. Non avevo mai visto, in tutti questi anni, una gara che dura 18 minuti. Ora l'Atalanta è a quattro punti, ma ha una partita da recuperare. Lo scontro diretto con la Dea sarà fondamentale e mi auguro che i giallorossi possano fare bene. Per ora ci teniamo stretti il quinto posto".
Non è la prima volta che la Roma trova il gol all'ultimo istante e questo vuol dire che non è casuale. Non mollare mai e nel DNA di questa squadra?
"Le statistiche dicono che la Roma è una delle squadre che più frequentemente, in Serie A, riesce a riacciuffare o ribaltare un risultato nei minuti finali di partita. È già successo altre volte e questo dimostra che la testa di questa squadra è cambiata completamente. In passato è capitato che negli ultimi minuti ci si disunisse e si prendessero gol e invece in questi anni hanno acquisito mentalità vincente. Non è un caso se i giallorossi faranno a breve la quinta semifinale europea degli ultimi anni. Poi so che non abbiamo ancora vinto tanto, ma la testa c'è, soprattutto ora che in panchina c'è un compagno di squadra, uno che è stato calciatore fino a pochissimo tempo fa e che ha la Roma tatuata sul cuore".
A proposito di De Rossi, sei contento per il suo rinnovo di contratto?
"Sono contentissimo, e devo ammettere che io ero uno di quelli scettici quando è stato preso al posto di Mourinho. Avevo paura che si potesse bruciare, che fosse troppo per la panchina della Roma, dopo un personaggio importante. Invece grazie a Dio avevo torto marcio. È un grandissimo allenatore ed ha un grande carattere, lo ha dimostrato anche a Udine quando ha preso in mano la situazione a seguito del malore di N'Dicka. Ha avuto l'appoggio dell'arbitro, di Cioffi e di tutto il pubblico che ieri è stato ringraziato. Lui ha dimostrato che l'istinto deve prevalere su qualunque tipo di ragione. In ballo c'era la salute di un essere umano e tutti avevamo il dubbio che si potesse trattare di un infarto. Davanti a questo lo sport si ferma, non esiste 'The Show Must Go On'. Tutto questo me lo ha fatto adorare ancora di più".
La semifinale di Europa League rischia di rubare energie al campionato per questo finale di stagione?
"Sicuramente sì, ma ben venga. La doppia sfida contro il Bayer è molto complicata, anche se noi lo scorso anno siamo stati bravi ad eliminarli. In questa stagione però le cose stanno andando diversamente, hanno 14 punti di vantaggio sulla seconda e non perdono praticamente mai. Nel calcio però niente è impossibile, anche se abbiamo davanti uno squadrone. D'altronde arrivati a questo punto non esistono avversari facili".
Prima però ci sarà la sfida con il Napoli al Maradona. Sei preoccupato?
"Si, lo sono sempre, ogni volta che c'è una partita della Roma. Il Napoli ha stravinto lo scudetto un anno fa e in questa stagione è andato avanti a corrente alternata. Con il Monza, ad esempio, stava perdendo e poi ha stravinto la partita con dei gol pazzeschi. È una squadra che può riservarti sorprese da un momento all'altro, e poi giocare al Maradona è sempre difficilissimo. Tra l'altro Smalling è riuscito a farsi male in un quarto d'ora, Llorente è squalificato e dobbiamo vedere come sta N'Dicka".
Ultimi mesi per fare tutte le valutazioni del caso, ma hai la sensazione che a fine anno la Roma saluterà Lukaku?
"Non credo che sia la volontà della Roma, piuttosto è nell'indole del giocatore essere bonariamente 'mercenario'. Insomma è uno che bada molto ai quattrini e la cifra astronomica che chiede il Chelsea, che si aggira sui 40 milioni, penso sia eccessiva per un club come quello giallorosso. Credo che alla fine andrà via, mentre mi auguro che si possa trattenere Azmoun".