Un imprenditore che ha detto di no ai clan e al malaffare. Un testimone di giustizia che ha vissuto per anni sotto scorta per aver denunciato le richieste estorsive della ‘ndrangheta. Un calabrese, che ha fondato una cooperativa agricola in Aspromonte dove un tempo pascolavano le vacche sacre della ‘ndrangheta. Un uomo del sud che ha scelto di restare nella sua terra per farla rinascere e lottare contro chi vuole derubarla della speranza e del futuro.
Nino Cento è un entusiasta e un sognatore, ma è anche una persona concreta, diretta e determinata a continuare ad impegnarsi in prima persona per la rinascita della sua regione e di tutto il meridione.
È per questo che dopo le tante battaglie che ha già combattuto nella sua vita ha scelto di combatterne un’altra: andare in Europa per far sentire la voce della Calabria e di tutto il Mezzogiorno.
Nino Cento è il coordinatore cittadino di Alternativa Popolare a Cittanova in provincia di Reggio Calabria e l’8 e il 9 giugno sarà candidato alle Elezioni Europee nella circoscrizione Sud.
Ho scelto Alternativa Popolare perché ho visto nel nostro segretario nazionale Stefano Bandecchi un folle come me, perché siamo sulla stessa onda di follia, ma per il bene non per il male ha dichiarato tra il serio e il faceto a TAG24.
Abbiamo lo stesso modo di parlare chiaro con le persone, senza timore. A volte dire la verità è controproducente. Quando dici la verità c’è sempre un urto da parte di chi ti ascolta, perché spesso le cose che dici non piacciono. Io ho sempre detto la verità, pur ricevendo attacchi da tutti, perché andavo contro un sistema marcio, colluso e corrotto, ma non mi è mai importato. Per questo ho scelto Alternativa Popolare e Bandecchi perché in questo siamo simili e secondo me saremo una bella coppia politica.
Una dichiarazione di guerra?
Avrei potuto candidarmi a livello locale? Certo, ma a livello locale ho combattuto dieci anni di guerre, loro hanno fatto la guerra a me e io mi sono difeso e ho vinto tutte le mie battaglie anche contro la politica locale. Ho fatto sempre opposizione senza fare politica, adesso mi candido in Europa per continuare quella battaglia,
dice sottolineando l’importanza della scelta, una scelta di campo precisa arrivata in un momento delicatissimo per le sorti dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente. C’è tanto da fare e giocare sui tavoli europei è l’unico modo per fare veramente la differenza.
L’obiettivo è andare in Europa per continuare il lavoro iniziato in Calabria e per la Calabria, quindi?
Non solo per la Calabria ma per tutte le regioni del Sud. Il Sud non è solo Calabria. Ovunque ci saranno problemi, le persone troveranno un sostegno in me e nel mio impegno.
Una scelta di campo, dicevamo. Una scelta che Nino Cento ha fatto tanti anni fa, quando scelse di non piegarsi al ricatto dei clan, di denunciare e di restare nella sua città, nella sua regione. Non tentennò davanti ai suoi estorsori mentre, con il rischio di venire ucciso, registrava di nascosto le loro conversazioni per poi denunciarli e farli arrestare.
Sono nato lupo e la catena al collo a me non la mettono dice fiero.
Impegnarsi direttamente in politica è solo la naturale continuazione di quella scelta. L’incontro con Stefano Bandecchi e con il progetto politico di Alternativa Popolare hanno funzionato da catalizzatore.
Stefano Bandecchi ha più volte ripetuto - fin dalle prime battute di un’intensa campagna elettorale, condotta macinando chilometri su chilometri in camper – che l’obiettivo di Alternativa Popolare è di andare in Europa per rivoluzionare il Parlamento Europeo e riportare gli interessi dell’Italia al centro del dibattito politico. L’Europa ha bisogno di più italiani disposti a lavorare per i suoi interessi e soprattutto ha bisogno di persone preparate e determinate, come Nino Cento che ha le idee chiare per portare a Bruxelles la rivoluzione popolare di AP.
Farò una guerra in Europa per sburocratizzare l’accesso ai finanziamenti europei. È possibile che per ottenere i finanziamenti dopo l’approvazione della richiesta occorrono quattro anni? Quanti giovani tornerebbero in Calabria se i finanziamenti del PNRR funzionassero bene? Prendi un giovane calabrese che chiede il finanziamento, nel frattempo si trasferisce a Milano, trova un lavoro, si fidanza, si sposa. Dopo quattro anni, quando magari ottiene il finanziamento, abbandonerà la vita che si costruito per ritornare in Calabria? Non lo farà. Ecco perché è tutto sbagliato, bisogna sveltire le procedure, sburocratizzare e facilitare l’accesso ai finanziamenti.
Sostenere le aziende e i giovani imprenditori, in Calabria e nel Meridione, per combattere lo spopolamento e consentire la rinascita delle regioni del sud anche attraverso l’accesso facilitato al credito.
Abbiamo un problema serio che è quello dell’accesso al credito. In Calabria non ci sono soldi e le banche per dare un prestito ad un giovane chiedono migliaia di garanzie e così non va bene. Un'altra battaglia sarà quella di eliminare il pagamento dell’Iva sui finanziamenti che vengono erogati. Tutte queste cose vanno sburocratizzate se si vogliono valorizzare i finanziamenti e i fondi messi a disposizione delle aziende. Altrimenti sono solo chiacchiere.
In Europa, Nino Cento vuole andarci anche lavorare per la valorizzazione del turismo e delle bellezze naturalistiche. Il mare che bagna le regioni del sud, ma anche la montagna delle regioni interne, con le sue grandi ricchezze come l’Aspromonte, o, Dolcemonte come la chiama lui, perché dice: la mia montagna non è aspra ma dolcissima.