16 May, 2024 - 18:25

Internazionali d’Italia 2024 festa azzurra con Bolelli e Vavassori, è semifinale a Roma: “Il sogno è la medaglia a Parigi”

Internazionali d’Italia 2024 festa azzurra con Bolelli e Vavassori, è semifinale a Roma: “Il sogno è la medaglia a Parigi”

Nonostante le assenze, su tutte quella di Jannik Sinner, gli Internazionali d’Italia 2024 si tingono d’azzurro grazie agli eroi del doppio Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Dopo al finale agli Australian Open sono loro i grandi favoriti a Roma, con il sogno che è chiaro: tornare da Parigi con una medaglia storica al collo. Intanto hanno  regolato la coppia Koolhof - Mektic con un netto 6-4, 6-2. Il racconto del match e le parole dei due azzurri su TAG24.

Internazionali d’Italia 2024,  Vavassori e Bolelli dominano e volano in semifinale 

Primo set che parte benissimo per gli azzurri, Bolelli e Vavassori conquistano subito un break chiudendo con una bella volée  di Andrea. Koohlof e Mektic fanno subito il contro break sfruttando alcuni errori degli azzurri, ma arriva subito un nuovo break per il 2-1. Il nostro duo prende il largo giocando bene e con una a volee di Bolelli va sul 3-1. D’altra categoria i finalisti degli ultimi Australian Open, che volano sul 4-1 con un nuovo break. Sfortunati gli azzurri che annullano due break point ma poi Bolelli spara fuori il decision point e fissa il punteggio sul 4-2. Alla fine il primo set scivola via sul 6-4, tante cose positive sicuramente per Vavassori e Bolelli che devono migliorare nella seconda partita.

Il secondo parziale vede sempre più in vena Vavassori, in giornata di grazia e ad un livello sempre più alto nel doppio soprattutto in risposta. Il Pietrangeli trascina gli azzurri con un tifo da stadio, ma non ce n’è neppure troppo bisogno dato che il match scivola rapidamente verso il 6-2. Vittoria netta e meritata, così come la semifinale.

Le parole di Bolelli e Vavassori, il sogno è l’Olimpiade di Parigi

Simone Bolelli è raggiante nel raccontare la vittoria ottenuta quest’oggi, ma la testa è già alla semifinale per migliorare alcuni aspetti che non hanno funzionato:

Cercheremo di tenere molto alta la percentuale di servizio e farli giocare sulla risposta. Abbiamo subito  2 break nel primo set, anche domani sarà un match duro e ci prepareremo.

Andrea Vavassori sorride e non si nasconde, il sogno è partecipare da favoriti alle Olimpiadi di Parigi: 

 Per me sarebbe un’emozione incredibile giocare le Olimpiadi, arrivarci insieme a un amico sarebbe speciale. Siamo in Top 20 e dovrebbe essere quasi sicuro. Siamo un team affiatato ed è un piacere lavorare insieme, stiamo facendo anche un bel lavoro di analisi con gli avversari.

Simone Bolelli ha solamente una partecipazione olimpica, ma stavolta c’è la consapevolezza di poter fare qualcosa di grande: 

Io ho giocato solo Pechino 2008 ed era un’atmosfera speciale. Quest’anno si giocano a Parigi sulla terra una superficie molto bella. C’è la speranza della medaglia per fare qualcosa di unico.

Simone Bolelli  sui progressi di Vavassori in doppio è chiaro: 

Noi giochiamo insieme dall’erba dell’anno scorso, un anno scarso. Io vedo che per Andrea giocarlo è molto naturale, ha una visione del gioco da puro doppista. Copre gli  spazi e vede gli angoli, ha una coda naturale che io non ho e ho dovuto costruire. È migliorato tanto nella risposta, sta trovando molte soluzioni. Sta aggiungendo alla copertura della rete la risposta.

Andrea Vavassori spiega il segreto della loro coppia:

 Penso di essere migliorato tanto nella risposta che è il punto più importante di un doppista. Lavoriamo tanto ogni giorno su servizio e risposta, credo che giochiamo molto aggressivi vicino alla rete e non tutti lo fanno.

Simone Bolelli ha giocato tanto in doppio con Fognini raggiungendo grandi risultati, ora però è felice con Vavassori :

 "La coppia è nata l’anno scorso quando io giocavo con Fabio, lui si è infortunato ed è sceso con il ranking decidendo di lavorare in singolo. C’è stata una separazione obbligata, abbiamo deciso di parlare con Andrea mettendo in campo una coppia di italiani e amici. Non credo che sia una rivincita, sicuramente potevo fare di più nel singolo ma non vivo questi risultati come una rivincita. Nel 2019 ho scelto di lasciare il singolo perché non sarei più tornato ai livelli che volevo e mi sono dato una seconda carriera. Mi sono già tolto delle belle soddisfazioni e  me le toglierò ancora. La carriera da doppista è lunga e  me la godo.

Andrea Vavassori ha ancora una carriera in singolo di buon livello, ma quest’anno il doppio ha la priorità: 

Devo dire grazie al doppio perché ho giocato prima a livello alto, sto crescendo anche in singolare. Ci sono delle difficoltà per far coincidere le due cose perché giocherò sabato a roma e lunedì dovrò fare le qualifiche a Parigi. Non ci sono tante persone che hanno creduto in me in singolo, per questo devo ringraziare il mio team e mio padre. Sono uno che lavora tanto, ho trovato il compagno giusto e me lo tengo stretto. Ho pensato di spingere più sul singolo, ma in realtà il risultato di Melbourne ci ha spinto ad alzare il livello. Ci sono le Olimpiadi, le Finals e pensiamo sia l’anno giusto. Devo essere bravo a sfruttare le occasioni in entrambe le cose.

Difficile che la loro coppia che tanto bene sta facendo e potrebbe portare in alto il tricolore a Parigi riesca a prendersi anche la maglia della Coppa Davis. Lì la precedenza la ha Jannik Sinner, che ha più volte sottolineato di trovarsi bene con il suo amico Sonego:

virgolette
Per la Davis prima di tutto bisogna vedere se siamo convocati o no, perché adesso l’Italia ha molti giocatori che possono giocare singolo e doppio, poi dipende un po’ sempre dalla visione del capitano. Per quanto mi riguarda noi siamo una coppia che si conosce, e giochiamo per la maggior parte solo il doppio. E giochiamo insieme da quasi un anno, perciò non bisogna inventarsi chissà che grandi cose. Di là c’è un giocatore come Jannik che può giocar tutto. Lo ha dimostrato l’anno scorso, può giocare benissimo singolo e doppio, decidere con chi giocare, con chi si trova a suo agio. Non si tratta solo di mettere in campo il giocatore più forte, perché poi il doppio nelle decisioni importanti è importante il feeling con il compagno. Lì bisogna vedere cosa pensa il capitano, ma noi ci siamo
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Thomas Cardinali
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