20 May, 2024 - 16:21

Chi è Seif Bensouibat, l'assistente scolastico algerino licenziato da un liceo di Roma per un commento a favore della Palestina

Chi è Seif Bensouibat, l'assistente scolastico algerino licenziato da un liceo di Roma per un commento a favore della Palestina

Chi è Seif Bensouibat? È ormai un caso mediatico quello in cui è rimasto coinvolto il 37enne educatore scolastico di origini algerine. L’uomo è stato arrestato e trasferito presso il centro di permanenza per il rimpatrio Cpr di Ponte Galeria a Roma.

È indagato dalle autorità italiane di incitamento all’odio razziale e per aver espresso termini estremi circa l’attuale conflitto tra Israele e Palestina. Per tale motivo Seif Bensouibat è stato prima sospeso e infine licenziato dal liceo francese Chateaubriand della Capitale.

Ritenuto un possibile pericolo per la sicurezza nazionale, al 37enne algerino è stato revocato il visto di soggiorno per motivi politici e tuttora rimane in attesa dell’attuazione del decreto di espulsione dall’Italia.

Nelle scorse ore si è tenuto un presidio di solidarietà proprio nelle vicinanze della struttura di Ponte Galeria. Decine i manifestanti che si sono radunati per chiedere a gran voce la liberazione del detenuto e la cancellazione dell’ordinanza di rimpatrio.

Tra le persone presenti vi erano anche molti alunni e personale del corpo docenti appartenenti alla scuola francese Chateaubriand. Un portavoce si è detto molto preoccupato della situazione e che questi luoghi di detenzione non fanno altro che azzerare ogni diritto di base di ogni essere umano, limitando ogni possibilità di libertà personale.

I colleghi sono accanto a Seif Bensouibat: chi lo conosce sa che è un ragazzo tranquillo che nulla a che fare con il terrorismo.

Intorno alle ore 18:30 i manifestanti hanno abbandonato il luogo della protesta solidale. Il presidio si è quindi sciolto in maniera pacifica senza la necessità di intervento delle forze dell’ordine.

Chi è Seif Bensouibat: pienamente integrato nel nostro Paese dal 2013

Seif Bensouibat è un cittadino algerino di 37 anni. Arriva in Italia nel 2013 e ottiene un permesso di rifugiato politico poiché in fuga dalla sua terra natale. Riesce immediatamente ad integrarsi nella collettività di Roma.

Qui inizia infatti a lavorare presso l'istituto scolastico Chateaubriand, un liceo di prestigio esclusivamente in lingua francese.

Seif Bensouibat assume l’incarico con contratto a tempo indeterminato di educatore scolastico e svolge in perfetta sintonia con il resto del corpo docenti il suo ruolo. La sua vita viene stravolta però nel febbraio del 2024 quando l’istituto scolastico lo sospende e poi pone fine al rapporto di lavoro.

I post pro Hamas

A causare il licenziamento sono stati alcuni messaggi che il 37enne si sarebbe scambiato con amici e conoscenti circa l’attuale guerra in corso tra Israele e Palestina.

Seif Bensouibat avrebbe usato parole molto forti contro lo Stato di Israele definendo l’azione militare un vero e proprio genocidio. In altri passaggi poi emergerebbe un senso di rivalsa nei confronti del popolo ebreo e una consapevolezza che prima o poi le tante vittime palestinesi sarebbero state vendicate.

A questi messaggi contenuti in una chat privata di Whatsapp hanno fatto presto seguito altri commenti provocatorio questa volta espresse in maniera pubblica sul web. L’uomo ha prima pubblicato alcune frasi come Chi la fa la aspetti, la pagherete, per poi mostrare sostegno ai miliziani di Hamas.

Ha poi diffuso foto di bambini palestinesi che hanno perso la vita nel conflitto e inneggiato in maniera implicita ad una vendetta. Infine Seif Bensouibat ha espresso un parallelismo tra la situazione attuale nel Vicino Oriente e la sua Algeria: chi prima della liberazione era definito un terrorista è poi diventato un eroe nazionale con l’indipendenza del Paese.

Dalla prima perquisizione domiciliare alla presa in custodia dello scorso 16 maggio

Questo quadro allerta il personale della Digos che il 17 gennaio 2024 si presenta nella casa dell’uomo. Il sospetto che si tratti di un terrorista in procinto di eseguire un’azione armata svanisce quando la perquisizione non rinviene alcun tipo di arma o esplosivo.

Il 5 febbraio successivo viene revocato il permesso di soggiorno come rifugiato politico e viene aperta un’indagine penale per minaccia aggravata e istigazione e propaganda finalizzata alla discriminazione.

Si arriva quindi al 16 maggio quando la polizia arriva presso la sua residenza per la procedura di espulsione dal nostro Paese. 

Seif Bensouibat viene accompagnato prima all’ufficio immigrazione di via Patini, per poi essere trasferito nel Cpr di Ponte Galeria. 

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Valentina Todaro
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