In questi giorni vale tutto e il contrario di tutto. Tudor resta, Tudor lascia, Tudor rinnova o viene esonerato? La situazione in casa Lazio è poco chiara e per quanto il presidente provi a tranquillizzare l'ambiente, sottolineando di credere fermamente nel progetto del tecnico croato, a conti fatti le cose non stanno del tutto così. Per programmare serenamente la prossima stagione ed evitare di sbagliare di nuovo, è fondamentale che ci sia unità d'intenti e per ora tra l'allenatore e il club c'è parecchia distanza. Per commentare il momento attuale e il futuro, e soprattutto il difficile rapporto tra la Lazio e Tudor, Roberto Rambaudi, ex calciatore biancoceleste, allenatore e opinionista, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Il rapporto tra Tudor e Lotito è tutt'altro che idilliaco. Ieri è andato in scena il primo incontro chiarificatore, e si sono gettate le basi per capire se c'è o meno modo di andare avanti insieme. Questa mattina poi, il tecnico ha incontrato il direttore Fabiani, per programmare il mercato, prima di tornare in Croazia. Almeno per ora e salvo ribaltoni dell'ultimo minuto, si andrà avanti insieme, anche entrambe le parti non sembrano del tutto convinte. Non proprio il clima ideale per lavorare in vista della prossima stagione. La distanza principale è sul mercato. Tudor vorrebbe rivoluzionare la rosa e aveva chiesto la permanenza di Kamada; Lotito è convinto invece di avere una buona squadra che va semplicemente puntellata. Come andrà a finire? Del rapporto tra la Lazio e Tudor, Rambaudi, ex calciatore biancoceleste, ha parlato in esclusiva a Tag24.
Ancora in bilico il futuro della Lazio e di Tudor: che ti aspetti e cosa sarebbe giusto fare in questo momento?
"Servirebbe innanzitutto chiarezza e unità d'intenti. Gli obiettivi devono essere chiari per tutti e non devono esserci 3 corsie, composte da società, allenatore e squadra, ma una sola via da percorrere insieme. Se non c'è sintonia, è meglio parlare chiaro adesso e salutarsi. Gli allenatori sono sempre bravi a parlare bene quando arrivano, poi se le cose vanno male però, si scoprono gli altarini".
La Lazio attuale è tanto distante dall'idea di Tudor?
"Secondo me ci sono gli interpreti per fare un determinato gioco, per quanto servirà qualcuno da acquistare in reparti strategici, ma questa è la mia idea. Credo che lui voglia un calciatore più fisico e dinamico a centrocampo e uno più veloce dietro, che riesca a difendere anche scappando verso il portiere e seguendo l'uomo. Ormai vedo tanti piccoli Gasperini, che cercano di copiare un certo tipo di calcio. L'allenatore della Dea ha cambiato questo sport con il suo modo di vedere e adesso ha parecchi seguaci che cercano di riprodurre i suoi dettami".
Pensi che con Luis Alberto il futuro sia ormai delineato?
"Penso che a un certo punto si devono stabilire dei ruoli ben precisi. Il giocatore deve fare solo il giocatore e dare il massimo in campo, per il bene della squadra e della maglia. Poi uno può avere più o meno qualità, ma a livello comportamentale dovrebbe fare solo questo e basta. Certi calciatori invece hanno la presunzione di poter entrare anche in dinamiche che non gli competono e che riguardano invece la società e l'allenatore. Sono loro che devono costruire la squadra e fare le scelte. Il giocatore può non essere d'accordo, ma deve accettarlo. Se Luis Alberto pensa di avere ancora nelle gambe e nella testa la volontà di lottare per questa maglia, ben venga. Ha doti importanti, è l'architetto della Lazio. Se questi ingredienti mancano, meglio dividere le strade".
A te piace Tudor, per ciò che hai visto in questi mesi?
"Penso che abbiamo visto ancora troppo poco, anche se a tratti qualcosa di buono si è intravisto. Ci vuole tempo però, questa era solo un'infarinatura. Sarri lo abbiamo giudicato dopo anni, non dopo pochi mesi. Ho il dubbio se lui sia o meno da grande squadra. Un allenatore top deve saper fare determinate scelte, nel modo giusto a 360 gradi. Deve saper gestire il gruppo e le partite. Alcuni cambi invece mi hanno lasciato perplesso, proprio a livello di lettura della partita. A Monza non ho capito il cambio di Zaccagni, a mio avviso sbagliato, con cui ha lanciato un messaggio sbagliato alla squadra. Questa chiaramente è la mia verità e non la verità assoluta".
Ti dispiacerebbe perdere Guendouzi?
"Si creano troppo spesso situazioni strane. Nessun giocatore è indispensabile e non ci sono fenomeni. Luis Alberto, per certi aspetti, può esserlo perchè inventa calcio, ma deve essere accontentato da fattori comportamentali e mentali. Guendouzi è un buon giocatore, ma lo dobbiamo ancora vedere. Non si può esagerare in nessun tipo di valutazione. Vedremo che mercato sarà fatto. Se c'è unità d'intenti va bene anche la rivoluzione, ma devono essere d'accordo entrambe le parti".