07 Jun, 2024 - 14:35

Euro 2024, l'Italia di Spalletti si prepara, Fusco: "Non lascerà nulla al caso, è un predestinato. Con lui si può aprire un ciclo nel segno dei giovani"

Euro 2024, l'Italia di Spalletti si prepara, Fusco: "Non lascerà nulla al caso, è un predestinato. Con lui si può aprire un ciclo nel segno dei giovani"

Euro 2024 è alle porte, con l'Italia che cerca di avvicinarsi all'appuntamento con il vestito migliore, al netto di alcune accorgimenti da fare così come mostrato dallo 0-0 contro la Turchia. Dubbi e perplessità ci sono tra i tifosi, non per Luciano Spalletti, e nemmeno per Pietro Fusco. L'ex difensore dell'Empoli ha lavorato insieme all'attuale ct durante i trascorsi in Toscana (un anno insieme nel 1997), e già all'epoca non c'erano dubbi sul destino del tecnico di Certaldo. "Era un predestinato già allora - afferma Fusco - ma sopratutto si è aggiornato rispetto al passato, rendendolo un uomo d'esperienza come pochi in circolazione".

Un percorso naturale culminato con la vittoria dello scudetto e la panchina dell'Italia. Tutto secondo i piani, come quelli che Spalletti sta preparando in vista degli Europei in Germania, anche se le polemiche sulle convocazioni permangono: "Ma se le porta via il vento", sottolinea Pietro Fusco in esclusiva a Tag24, ottimista invece su quello che potrà essere il cammino durante la kermesse, dato che "siamo comunque i campioni in carica".

Euro 2024, un'Italia nel segno di Spalletti, le parole di Pietro Fusco a Tag24

Ad Euro 2024 l'Italia è chiamata a rispondere presente, il ct Luciano Spalletti è al lavoro per arrivare all'appuntamento con una squadra tirata a lucido, con Pietro Fusco che ha piena fiducia su quello che verrà.

D: Cosa si aspetta Spalletti?

R: Il meglio, ma non perchè l'ho avuto come tecnico ad Empoli, a parlare per lui è la storia. Io l'ho avuto come allenatore quindici anni fa, e l'evoluzione dell'allenatore è chiara ed evidente. Mi aspetto tanto perchè non lascerà nulla al caso, sa sfruttare al meglio la rosa a disposizione, e ad oggi lui è un allenatore capace di essere universale e con tanta esperienza.

D: In cosa è cambiato Spalletti rispetto ai trascorsi con lei?

R: Nelle conoscenze: tutti cambiano, l'esperienza ti porta ad aggiornarti e quindi poter sviluppare nuovi sistemi. Oggi propone un calcio nuovo, fluido e senza ruoli.

D: Già durante i vostri trascorsi all'Empoli si vedeva che Spalletti era destinato a grandi cose?

R: Assolutamente sì, già all'epoca era un predestinato, un vero e proprio talento; come tutti i talenti alla fine è arrivato in cima. Ha la personalità giusta, è molto curioso e con voglia di migliorarsi sempre.

D: Con l'Italia non c'è la quotidianità che Spalletti ha potuto avere con i club che ha allenato, forse potrebbe essere un ostacolo.

R: L'unica perplessità che si potrebbe avere è questa. Lui la differenza l'ha fatta con il quotidiano, ma conoscendolo avrà trovato il quotidiano anche in azzurro, senza lasciare nulla al caso. Lo testimoniano i giri che ha fatto nei centri sportivi di tutte le squadre, monitorando tutto.

D: Le hanno dato fastidio le polemiche sulle convocazioni?

R: L'Italia è questa, qualsiasi cosa fai sbagli sempre. Ma tanto a decidere sarà sempre il campo, il resto sono chiacchiere.

D: Sono state le scelte migliori?

R: Se questi sono i 26 che partiranno per la Germania, evidentemente lo ha fatto analizzando tutto al dettaglio, e solo per il bene dell'Italia, senza nessun secondo fine.

Nel segno dell'ottimismo

Il pareggio per 0-0 contro la Turchia non ha lasciato tranquilli i tifosi in vista dell'Europeo che verrà, ma Pietro Fusco vede invece il bicchiere mezzo pieno.

D: L'ha lasciata perplessa il lavoro con la difesa a tre, per poi passare a quattro contro la Turchia?

R: No, sta cercando la soluzione migliore. Poi tre o quattro cambia poco, devono essere portati al meglio i principi. Bisogna essere capaci di mostrarsi camaleontici, e l'Italia è la miglior espressione del calcio italiano, in questo momento ci sono le nozioni per cambiare strada in corsa.

D: E' alquanto ottimista.

R: Io lo sono sempre. Le partite vanno giocate, si parte sempre 0-0. Poi è ovvio che le altre squadre hanno più talento, ma non si parte mai sconfitti. L'Italia Under 17 ha vinto contro ogni pronostico, è un chiaro esempio di questo ragionamento. Se si ha dalla propria un gruppo sano e preparato, perchè partire già battuti?

D: Spalletti è il nome giusto per aprire un ciclo in azzurro nel segno dei giovani?

R: Non vedo cosa migliore. E' la scelta più azzeccata per portare avanti questo ragionamento, poi questo è un mio pensiero ma ad oggi è l'uomo più giusto per questo tipo d'idea.

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Andrea Mollas
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