La Fiorentina riparte da Palladino. Che la storia con Italiano volgesse velocemente al termine si era capito ormai da mesi e il club è stato bravo a lavorare con rapidità per trovare subito il sostituto. Il presidente Commisso ha chiesto di dare continuità al progetto e per questo la viola è stata affidata a un allenatore giovane, di personalità e con le idee chiare. Per commentare la scelta della Fiorentina di puntare su Palladino, Massimo Orlando, ex calciatore viola, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La Fiorentina ha sempre avuto le idee chiare. Ha chiuso il capitolo Italiano e ha immediatamente aperto le porte del Viola Park a Palladino. Il nuovo capitolo è già iniziato e il mister si è immediatamente messo a lavoro con la società per mettere su una squadra forte e competitiva per la prossima stagione. Per l'ex Monza è un passo importante, un test che non può sbagliare. Si giocherà anche l'Europa e il confronto con Italiano potrebbe essere complicato. E' vero che la Fiorentina non ha vinto neanche un trofeo, ma è altrettanto vero che per due volte consecutive ha ben figurato in Conference, arrivando fino alla finale. Molto passerà ovviamente anche dal mercato e dalla squadra che il club gli megtterà a disposizione. Per commentare la scelta della Fiorentina di puntare su Palladino, Massimo Orlando, ex calciatore viola, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Inizia il percorso di Palladino alla guida della Fiorentina, cosa ne pensi? E' il profilo giusto per dare continuità sportiva?
"Sinceramente credo proprio di sì. I rumors erano questi già da tempo e la Fiorentina ha deciso di continuare con un profilo giovane, che avesse delle caratteristiche simili a quelle di Italiano. Dal punto di vista tattico sono ben diversi come allenatori, ma si voleva continuare con la stessa filosofia: pressing, gioco a terra e veloce. Credo che la viola abbia pescato un ragazzo interessante, bravo, preparato e che ha già lavorato con gente seria, in un ambiente importante come è quello di Monza, con professionisti per cui non c'è bisogno di aggiungere altro. Italiano non è riuscito ad alzare una Coppa, ma i miglioramenti in questi anni sono evidenti. Il club ha scelto il profilo giusto, ma ora vedremo cosa riuscirà a combinare".
Palladino prende il testimone da Italiano il suo non sarà un compito semplice. Si assume anche il rischio?
"Palladino troverà una piazza delusa, ma al tempo stesso cosciente della crescita che c'è stata in questi anni. Il livello si è alzato, sia in Italia che in Europa e adesso le aspettative sono alte. Questa è una piazza meravigliosa, ma molto difficile. Non ha mai vinto grandi trofei, ma c'è sempre la volontà di fare qualcosa di importante. Credo davvero che abbiamo preso un allenatore molto bravo e preparato, ma adesso sta alla società mettergli a disposizione una squadra che sia all'altezza. Palladino è un ragazzo giovane, che ha già fatto esperienza, ma se dovesse avere a disposizione una squadra inferiore a quella che ha avuto in queste stagioni Italiano, rischia di sbattere contro un muro. Spero invece che il club voglia accontentarlo sulle richieste che farà".
Quali sono le priorità sul mercato? Da chi dovrà ripartire la Fiorentina?
"Prima di tutto ci vuole un centravanti. È vero che il gioco di Italiano portava tanti calciatori a segnare, ma è altrettanto vero che in questi anni è ciò che è mancato di più. La Fiorentina negli ultimi due anni ha comprato quattro giocatori, ma per un motivo o per l'altro, tutti sono stati dei fallimenti. I numeri parlano piuttosto chiaramente. Per il resto credo che non ci siano dei fuoriclasse incredibili. Arthur non sarà riscattato e si ripartirà dal rinnovo di Martinez Quarta. Sugli esterni bassi difensivi, la Fiorentina è abbastanza coperta. L'incedibile è solo Nico Gonzalez. È mancato in finale, ma è il giocatore più importante, anche se ha qualche problemino di tenuta fisica. Servirà però un giocatore per reparto, partendo dall'attaccante che è il ruolo più importante".
Quindi ti aspetti un mercato importante?
"Molto dipenderà anche dal tipo di gioco che vorrà fare Palladino, che in questa esperienza a Monza ha dimostrato di saper giocare sia con la difesa a tre che con la difesa a 4. Non è integralista come lo era Italiano ed è bravo ad adattarsi anche all'avversario. L'importante innanzitutto è rinforzare questa rosa".