12 Jun, 2024 - 15:49

Serie A, De Siervo: "Pochi campioni perché pochi tifosi pagano". Sui social è bufera: "È fuori dal mondo, prezzi folli e servizio scadente"

Serie A, De Siervo: "Pochi campioni perché pochi tifosi pagano". Sui social è bufera: "È fuori dal mondo, prezzi folli e servizio scadente"

Continuano a far discutere le parole di Luigi De Siervo sull'assenza di campioni in Italia. L'amministratore delegato della Serie A, intervenuto pochi giorni fa al Festival della Lega, ha spiegato come l'assenza di fuoriclasse sia dovuta al comportamento dei tifosi, pochi dei quali pagano gli abbonamenti e contribuiscono al benessere economico del campionato.

"Se non ci sono campioni è perché non ci sono sufficienti tifosi che pagano il prodotto", ha spiegato De Siervo nel suo discorso contro la pirateria. Tutto giusto, peccato che i prezzi delle pay-tv siano in costante aumento e totalmente fuori controllo. La lotta agli streaming illegali è doverosa ma dovrebbe essere accompagnata da uno sviluppo delle infrastrutture e da misure per calmierare i costi degli abbonamenti.

Serie A, De Siervo nel mirino dei social: "Conosce i listini prezzi di Sky o DAZN?"

Poco meno di un mese fa DAZN, piattaforma che trasmette tutte le partite del campionato italiano, ha aumentato le tariffe degli abbonamenti. Basti pensare che per vedere la Serie A bisogna sborsare 359 euro all'anno, cifra non certo indifferente. Anche per questo le dichiarazioni di De Siervo hanno infiammato i tifosi, che si sono scagliati contro l'amministratore delegato della Lega Serie A.

"Mettete tutto il calcio a 15/20 euro al mese e vedrai che paghiamo tutti. Io pago a prescindere ma capisco benissimo chi decide di guardare le partite attraverso altre vie, continuo aumento del prezzo senza nemmeno un miglioramento del servizio", commenta un utente su X.

Un altro tifoso risponde: "De Siervo è fuori dal mondo, hanno consentito a DAZN di aumentare i prezzi dopo aver regalato la piattaforma per bloccare il pezzotto".

La mancanza di introiti per le società

Oltre a sottolineare quanto il prodotto sia "scadente" nonostante i "prezzi folli" i sostenitori se la prendono anche con la gestione che penalizza gli stessi club di calcio: "Le società non puntano su stadi di proprietà. Perché le squadre ricevono gli introiti dai diritti TV ad inizio stagione. E sono sempre quelli. Penso che dovrebbe fare meno politica e più sport".

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Paolo Consolini
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