Per gli appassionati di calcio e arte c'è tempo fino al 20 giugno per visitare la mostra di Aldo Dolcetti allestita nello spazio "Solo Creative Room" a Pietrasanta che si intitola "Vietato giocare". E' la prima personale dove l'artista dichiara la sua appartenenza al mondo del calcio, prendendo da esso elementi e idee per attivare un pensiero più generale e contemporaneo.
Itinerari nell'arte descrive la mostra: "L'attitudine al gioco è presente nella vita umana da sempre precedendo la cultura. Infatti, gli animali e i bambini giocano istintivamente e possiamo così sostenere che l'attività ludica sia nel nostro Dna. Il titolo della mostra segnala invece un problema: sottovalutiamo l'importanza dell'attività ricreativa al punto di vietarla? Dolcetti invita a non rispettare il divieto, ma a giocare il più possibile e a qualunque età".
La galleria d'arte è trasformata in un campo di gioco utilizzando erba verde artificiale su cui Dolcetti ha disegnato linee, curve, dischetti per creare uno spazio laboratorio coinvolgente. "Sono però i palloni - scrive - le opere principali presentate, un po' sculture e un po' pitture, pur mantenendo la loro possibilità originaria di oggetti essenziali al gioco. Sono anch'essi ricoperti di vegetazione varia e tra le foglie ecco sbucare uno o più occhi con zigomi e sopracciglia. Loro ci guardano mentre noi li osserviamo.
Anche le due opere appese, probabilmente autobiografiche, dialogano con il set. Impronta Tacchetti è un acrilico su carta con vista dall'alto di un terreno erboso segnato dalle scarpe da gioco. Colpisce ancora di più la tela di grandi dimensioni Valsport dove un vecchio e impattante pallone, esagoni bianchi e pentagoni neri, poggia invece su un terreno anni '80 con poca erba ma tanta fame".
L'installazione principale rappresenta due palloni che scendono dal soffitto legati a due corde. Servivano a migliorare la tecnica calcistica, un allenamento abbandonato. Dolcetti ce lo ricorda.
Stefano Bisi